venerdì 8 gennaio 2016

Filologia cieca e accecante

Libro primo della Argonautiche, la scena in riva al mare, quando gli eroi mangiano distesi sulla sabbia e bevono in amicizia prima della partenza:

... ὅτ᾽ ἄατος ὕβρις ἀπείη

l'aggettivo verbale viene comunemente, da sempre, inteso in senso attivo. In realtà, la natura stessa di Ate, che induce alla hybris, avrebbe dovuto da sempre "indurre" a interpretare correttamente in senso passivo. Non:

... quando la hybris (funesta???) accecante è assente

ma:

... quando la hybris, generata cieca (frutto dell'accecamento), è assente.

E se la hybris è cieca, non meno cieca è Ate. Basterebbe considerare gli esempi di ἀάω al medio in Omero, la forma medio passiva che non è indicativa di altro che di questa natura nello stesso tempo cieca (vedi per esempio Il., 19,94 - κατὰ δ᾽ οὖν ἕτερόν γε πέδησε) e accecante di Ate, la quale riconduce (senso medio) la cecità generata nell'uomo a se stessa (anche quando causa se ne fa Zeus, suo padre, che in quel momento incarnerà direttamente Ate - che Zeus non sia immune da questa forma di accecamento è provato da Il., 19,  95 ss, καὶ γὰρ δή νύ ποτε Ζεὺς ἄσατο κτλ).


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