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sabato 18 ottobre 2014

Il soldo di cacio

Io non do un soldo di cacio alle seguenti categorie di persone:

primi ministri
politici di qualsiasi schieramento
attori famosi e meno famosi
cantanti
comici
registi
artisti
professori universitari
intellettuali
critici
scrittori che vanno per la maggiore e che un giorno andranno anche meno che per la minore
giornalisti impegnati e meno impegnati
calciatori
economisti
scienziati
medici

e in generale non do un soldo di cacio a chiunque è conosciuto tramite quel ridicolo oggetto che è la televisione, e a chi in televisione risiede in pianta stabile.

E in generale non do un soldo di cacio a


maleducati
presuntuosi
ricchi e arricchiti
fascisti della prima e dell'ultima ora
comunisti in carriera politica
cattolici convinti
preti
borghesi
piccolo borghesi
falsi maschi
donne aggressive e in carriera
femministe
veline
invidiosi e invidiose
stupidi perenni


Apprezzo invece:

disoccupati
contadini e contadine
metalmeccanici e operai e operaie in generale
donne di servizio
aristocratici con notevole senso dell'umano
sognatori
bambini Down
donne energiche e dolci nello stesso tempo e con notevole spirito materno
lesbiche che non odiano gli uomini
uomini che non sanno di avere talento
ragazzi e ragazze che sanno sorridere

domenica 25 maggio 2014

scienza, capitale e l'illusione della felicità




Totò in La terra vista dalla luna


Tra il sentimento della felicità e quello del dolore esiste uno "spazio" che può essere inteso anche logicamente oltre che geograficamente e temporalmente. La scienza e la tecnologia (le due non sono in un rapporto consequenziale univoco, come sembra intendere chi pensa che vi può essere progresso tecnologico soltanto quando vi è progresso scientifico, e anzi sono state spesso proprio alcune scoperte tecnologiche "casuali", al di fuori si ogni elaborata riflessione scientifica, a correre in aiuto alla scienza galileiana, quella macroscopica) la scienza e la tecnologia si illudono di eliminare sempre più questo spazio geografico o logico tra dolore e felicità. E in parte per la verità ci riescono. Ma la più grande illusione che la scienza e la tecnologia regalano all'umanità (oggi in misura più sensibile che in passato) consiste in questa semplice convinzione:

giovedì 15 maggio 2014

I sintomi della vera bontà




Tintoretto. Allegoria della Bontà


Per quanto io non sia malizioso e tenda normalmente a fidarmi del prossimo – forse per una certa vocazione di romanziere, per cui non potrei mai fare a meno di questo mio prossimo menzognero e dello spettacolo che costantemente mi offre – con gli anni credo di sentirmi però sempre più incline a guardare con sospetto proprio i cosiddetti