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giovedì 25 settembre 2014

il voyeurismo e la bava del contemporaneo

"così come il contesto richiede in rapporto al soggetto" (ἀλλ' ὡς ὁ ἀγὼν ἀπαιτεῖ πρὸς τὴν ὑπόθεσιν, Plut., Dem, 22, 6).

Il contesto è quello del teatro antico, e comunque una stessa estetica ancora ai tempi di Plutarco, quando il dramma presentato da un autore è immediatamente giudicato dal pubblico in rapporto ad altri drammi in concorso (ἀγών). Non si poteva far piangere o ridere a proprio piacimento i personaggi, era il contesto a deciderlo, così come non si sarebbe potuto far scopare a proprio piacimento, come avviene oggi, gli attori ogni cinque secondi, e trasformare lo spettatore in quel voyeur che per altri versi la società condanna come pervertiti.

Non sarebbe stato possibile nel teatro antico presentare una fiction poliziesca e far vedere ogni cinque secondi un coito (di due poliziotti) che non ha niente a che fare col soggetto, con le indagini eccetera, pena i fischi assordanti del pubblico, che sarebbe stato di conseguenza, se le premesse fossero ancora queste (come sembrano credere e illudersi gli sceneggiatori arrapati), molto più raffinato intenditore di quello di oggi. D'altra parte i fischi oggi, per il pubblico televisivo e internautico, dovrebbero essere stati sostituiti dalle share e dagli share di gradimento, dalle percentuali. Così, alte percentuali di spettatori attratti da un coito dal quale sono esclusi satrebbero a indicare che l'estetica attuale richiede invece proprio questo, che la caratteristica più propria del contemporaneo è il voyerismo e la bava alla bocca.

lunedì 8 settembre 2014

bambole e soldatini

Ogni volta che si guarda una delle tante fiction poliziesche - legali, mediche ecc, (ce n'è una piuttosto disgustosa incentrata sul lavoro di un gruppo di patologi britannici, cadaveri a non finire mostrati a pranzo e a cena mentre si sta mangiando magari tranquillamente una bistecca o una salsiccia) ogni volta che si guarda una di queste fiction si ha l'impressione che i personaggi maschi, anche se non è a rigore una fiction poliziesca, continuino comunque a giocare coi soldatini (pum pum! sei morto!), quando non giocano al gioco della virilità, portandosi a letto la collega di turno - segno che un qualche problema all'esterno, fuori del commissariato, esiste - e che i personaggi femminili, sempre coesi, hanno coronato il sogno che più di tutti stava loro a cuore: quello di arrivare a separare, ogni volta che ne abbiano occasione, i colleghi maschi, qualunque lavoro facciano, mosse unicamente da invidia per questa sorta di rilassatezza, questo senso del gioco a cui gli uomini si abbandonano quando stanno insieme: interrompere quello che in inglese si chiama male bond, legame tra uomini, legame d'amicizia, "uomini in compagnia di altri uomini" (c'era su questo un articoletto autobiografico di David Mamet, il regista, anzi uno dei registi più intelligenti di oggi, che a causa di questa eccessiva intelligenza finisce spesso per rovinare i suoi film). A differenza di quello che succede nel mondo vero, dove le donne, quando stanno insieme, non fanno altro che farsi guerra. In più, sempre in queste fiction, la donna appare quasi schizofrenica: da un lato, in veste di poliziotto o di avvocato di grido, vuole mostrare i muscoli, dall'altro questi muscoli sarebbero il trucco da clown a cui non sa rinunciare, e l'apparire uterina in ogni situazione (in una di queste fiction si vede un giovane avvocato donna che entra di prepotenza negli spogliatoi maschili di una scuola e costringe così alcuni adolescenti senza mutande a coprirsi immediatamente; cosa che se lo facesse un maschio, se provasse a entrare in un qualsiasi spogliatoio femminile, verrebbe subito denunciato, secondo norma, come molestatore - entrare negli spogliatoi maschili non è solo il sogno di molte donne cresciute con l'invidia del pene e di molte donne-mamme ma anche e soprattutto del regista o sceneggiatore maschio, arrapati dalla pornografia nella quale sono cresciuti -  e avessero almeno letto un po' di Sade, dei suoi meravigliosi romanzi).

Inoltre credo che la donna in queste fiction sarebbe molto più credibile se quando ostenta un'arma (il pericolo è che si spezzino le unghie) e fa irruzione come Rambo insieme ai colleghi maschi potesse nello stesso tempo vantare storicamente, nel mondo reale, una gavetta di quelle con le quali ti fai i muscoli anche in altri mestieri, in passato (e ancora oggi) riservati agli uomini: lavorare per esempio in un cantiere come muratore (o muratrice - come facevano alcune donne durante e dopo l'ultima guerra) prima che come architetto, perché è facile saltare dalle bambole al tavolo da disegno, alla sedia del comando.

mercoledì 30 luglio 2014

ancora su Eraclito: fratelli coltelli

Se grazie a film e a fiction sempre più allegre la civiltà  attuale è tutta incartata e rinserrata dentro sale operatorie e sale autoptiche e settorie, allora con questo gusto delle autopsie (ma appartiene a un più generale gusto dell'orrore e delle morti in diretta: di stragi, impiccaggioni, incidenti, omicidi, rapine, aggressioni, stupri: tutto mostrato in diretta)  se è concreto  questo gusto della autopsie guardate a colazione e a pranzo e a cena, seduti a tavola in famiglia, non suonerebbe più troppo strano (metafora originariamente ardita) il sentir paragonare da una colf la capacità critica di qualcuno, la sua intelligenza nel penetrare cose e concetti, a un bisturi, per quanto ci siano appunto sulla tavola oggetti più immediati e più facilmente utilizzabili per questo tipo di immagini, forchette e coltelli, ormai anche raffinati, meno impegnativi da maneggiare, da tenere in mano o stringere.

Così fratellli coltelli, anche nel caso della filosofia, delle lotte intestine tra scuole filosofiche, non vale più. Semmai fratelli bisturi, e anche se si perde la rima si acquista in ulteriore precisione - vedi le sottigliezze sempre più analitiche del contemporaneo filosofico. La grossolanità, dai convegni, è esclusa. La parola d'ordine, che ci si lancia da una cattedra all'altra è che l'analisi, il taglio, deve essere così continuo e preciso che nessuno deve capire più niente di niente. Tanto meno gli studenti, che d'altronde non hanno mai capito niente. E che si è intelligenti se non si è compresi, dimenticandosi che per essere Aristotele o Husserl o Kant non basta essere qui e lì incomprensibili - d'altronde tutta la Fenomenologia dello spirito di Hegel passa per opera altamente incomprensibile, da sbatterci la testa per anni e anni.

Ma vedi in Eraclito un gusto di veder tagliare ancora i concetti col bel coltellone da macellaio - il fendente menato a Pitagora con lo stesso coltello di cui l'accusa di farsi grande:

κοπίδων ἐστὶν ἀρχηγός (fr.81)

l'inventore dei coltelli!

venerdì 30 maggio 2014

Le fiction e l'utero


Corazzieri - Guardia d'onore


Diceva una sera uno dei miei due intelligenti cognati napoletani, parlando delle poliziotte nelle fiction televisive: "non sono credibili semplicemente perché sono uterine". E credo che avesse ragione: invece di mettere in scena quell'impegno, quella sorta di stabilità professionale che le donne in poliza effettivamente dovrebbero mostrare, questi personaggi femminili con la fondina sempre sotto l'ascella depilata rivelerebbero piuttosto lo scopo, ovvero il carniere: quanti più colleghi maschi riescono a portarsi a letto. Va da sé che in queste schifezze di fiction ormai diffuse in tutto il mondo, la trama, il giallo, passa in secondo piano. In primo piano resta sempre l'ossessività del coito; ma non il coito fuori dei commissariati o dei nuclei operativi nel caso dei carabinieri - che sarebbe già qualcosa, perché almeno lo spettatore si direbbe: 'ah, ma vedi, allora hanno anche una vita fuori dal lavoro' - ma dentro, negli uffici eccetera. Tanto che queste fiction potrebbero ormai tutte chiamarsi invece di distretto antimafia, distretto di polizia eccetera, potrebbero chiamarsi: Distretto uterino 1, Squadra uterina 2 eccetera ... Sarà per questo forse che ancora non si vede nessuna fiction incentrata sui Corazzieri, perché per essere corazziere, far parte della Guardia d'onore, proteggere il Presidente della Repubblica, bisogna essere alti credo quasi due metri, e dubito che ci siano già donne in quel corpo. E anche se ce ne fosse una alta come Nicole Kidman che volesse a tutti i costi entrare, credo che la dissuaderebbero: bisognerebbe creare un intero padiglione soltanto per lei, per farla dormire tranquilla, la notte, indisturbata dai colleghi maschi.

martedì 8 ottobre 2013

fiction italiane e Controriforma




La trama i dialoghi le atmosfere delle fiction italiane sono in un certo senso da Controriforma, una cosa di cui lo spettatore non si rende conto semplicemente perché non è consapevole del ruolo che l'industria politico-televisiva gli fa incarnare nel mondo attuale, un

martedì 20 agosto 2013

Rigore, quel grande sconosciuto. Arte letteratura teatro



Pablo Piccasso, genio rigoroso del disegno
                                       

Ripa autem ita recte definietur id, quod flumen continet naturalem rigorem cursus sui tenens …

Sponda si definirà giustamente ciò che racchiude un fiume che conserva la naturale impostazione del suo corso …

Traduco con impostazione (più che con l'errato linea retta, che mi è capitato sicuramente di vedere) il latino rigor, utilizzato in questo frammento del Digesto di Giustiniano per definire il concetto di sponda di un fiume. E' uno dei pochi luoghi che conosco in cui rigor - che significa per lo più rigidezza in senso tecnico gia a partire da Lucrezio (dell’oro, della pietra, del ferro) ma anche inflessibilità sul piano morale (Tacito) - è inteso in un senso più vicino all’italiano rigore quando si intende l’esecuzione di un’opera, di un lavoro, la preparazione di una performance.