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sabato 23 gennaio 2016

La medaglia teocratica e le olimpiadi della falsa virilità

Paradossalmente sono proprio i paesi più omosessuali a non possedere ancora una legge sulle unioni civili, cioè quei paesi dove i "maschi"ostentano falsa virilità, Italia in prima fila. In un paese come l'Italia non può valere il discorso religioso: ogni volta che le ha fatto comodo non ci ha pensato due volte a mollare una nauseabonda scorreggia al Vaticano. Diverso il caso della Russia, dove gli ortodossi sono riemersi dalle fogne in cui li avevano costretti i comunisti e dettano adesso l'agenda politica a Putin. Il fatto che recentemente in Russia la Duma abbia respinto una proposta di  legge che prevede il carcere per le PDA (public displays of affection) nel caso di coppie omosessuali, e che quel disegno di legge sia stato presentato da due psuedocomunisti non fa differenza: il comunismo, come inteso da quegli idioti, non è altro che una delle due facce della medaglia teocratica.

martedì 3 marzo 2015

l'attentato ai genitali maschili e le uova bomba

Otóz nie mialem watpliwosci, ze byk spotegowany i na mnie zaszarżuje,gdy zweszy z mej strony zamach na swe bezcenne genitalia. (Dziennik, 1955, XV).

Ora non avevo dubbi che il toro potenziato avrebbe caricato pure me quando avesse fiutato le mie intenzioni: l'attentato che stavo per compiere ai danni dei suoi inestimabili genitali

Così Witold Gombrowicz in una delle pagine del suo diario parlando del maschio occidentale e della sua paura (anche di Gombrowicz) della femminilità, della femminilità che è in ognuno di noi.

byk è toro, che in polacco suona beuk (eu francese), che di virile ha solo l'idea. genitalia unico termine comprensibile per chi non intende un po' di polacco, usato da G. ancora più tardi sempre nei diari nel 1962 parlando delle chiacchiere di ogni ideologia libertaria, i trip sull'uguaglianza e sulla giusta ridistribuzione delle ricchezze, le sparate di chi non si accorge della spaventosa crescita esponenziale della popolazione mondiale - parlando di Cuba mentre si trova a Hurlingham in Argentina, in treno,  le idiozie che sente dire su Fidel, ma evidentemente il discorso può allargarsi a comprendere, ancora oggi, tutto il pensume  e panzume soddisfatto che si muove tra università, convegni, giornali e televisioni e che si nutre e gonfia sproporzionatamente e senza pudore all'ombra del capitale:

Che altro sono tutti i vostri discorsi se non farneticazioni di un imbecille, che non sa nemmeno come funzionano i suoi genitali? che altro sarebbero se non lo starnazzare di una gallina accomodata sulle uova - la più spaventosa delle bombe (Dziennik, 1962, XIII).


sabato 3 gennaio 2015

eroi nonostante la patria. il software per riscrivere la storia

Nessuno cade mai per la patria. Gli eroi combattono per sé, per amor proprio (concetto chiaro a Leopardi che ne parla nello Zibaldone) mentre la maggioranza dei "non eroi" cade perché inciampa negli strascichi degli interessi di pochi. Degli interessi economici che suggellano una qualunque guerra di aggressione (o di difesa, a seconda del punto di riferimento) i molti non hanno nemmeno una lontana idea. Perciò, una qualsiasi frase del tipo: sono caduti seicentomila uomini per la patria andrebbe sempre automaticamente modicata: sono cadute secentomila persone per il capitale altrui, dal quale alla miserabile maggioranza arrivano le briciole, il necessario perché si nutra e rimpingui sempre e nuovamente la forza d'urto in caso di scontro, compresa la forza di opposizione ideologica al nemico, più probabile ai nostri tempi.  Una modifica delle formule storiografiche che in epoca di potenti software per la traduzione non dovrebbe essere difficile da impostare di default: correzioni che verrebbero fatte dal computer o dal server non appena lo storico idiota scrive fesserie del genere.

Le guerre di religione o le guerre di liberazione sono solo in parte un'altra questione. Una guerra non si fa mai senza l'intervento del grosso capitale. Dal punto di vista del liberismo o del falso comunismo, o del capitalismo di stampo cristiano, o del fascismo, sono sempre comunque guerre di difesa del capitale (liberista, falso-comunista eccetera), anche e soprattutto quando ostentate e pompate in difesa dei valori: di difesa del maltolto, della refurtiva, di ciò che ci si è annessi con una precedente guerra di aggressione, o mediante una semplice annessione nel caso di enorme sproporzione di forze, come nel caso del Tibet, della recente questione ucraina ma anche di tutta la storia coloniale. Non esistono comunque guerre al di fuori di scontri di ideologie. Hanno tutte come scopo il sovvertimento o il matenimento dello status quo, o il ripristino, successivamente, dell'equilibrio necessario al vecchio status quo.

lunedì 29 dicembre 2014

"sono un berlinese" se ho la pancia piena. "Te Deum" della democrazia

Repubblica Democratica Italiana - Secondigliano


 L'idea dell'esistenza per il cittadino qualsiasi di parità di condizioni in un regime democratico liberista (vedi Toqueville, l'Introduzione del suo Denocrazia in America) trae origine ovviamente da un'assunzione di principio, da un partito preso (l'insindacabilità della libera iniziativa). Quindi la sua difesa in quanto modello deterministico della Natura o di Dio è indicativa di una posizione fortemente ideologizzata. Difatti le condizioni dei singoli in un regime democratico liberista non si rivelano mai di parità se non sulla carta, essendo una simile democrazia trainata e determinata unicamente (anche per definizione) dalla forza logistica del denaro. Il denaro, in discrete quantità, raggiunge e ottiene tutto, passa da un luogo sociale all'altro: dalla sanità alla giustizia al potere fino a insidiare le difese più vulnerabili e fragili del campo nemico. Così quando Jack Kennedy visitò nel 1963 Berlino Ovest, e pronunciò il suo famoso (dettato dall'alto, dalle grandi industrie) "Ich bin ein Berliner", e fu ripreso da tutte le televisioni davanti alla Porta di Brandeburgo, un entusiasta commentatore americano, con un timbro che a suo modo ricalcava gli entusiasmi dei colleghi italiani dell'Istituto Luce durante il Fascismo, disse che quella porta, che impediva il libero passaggio degli uomini (cioè delle merci) era l'immagine della degradazione dell'uomo sotto il comunismo, dimenticandosi, da superpagato megafono di regime, del degrado dei quartieri più socialmente insalubri delle grandi città americane, nei quali, anche ai suoi tempi, e anche volendo, non si poteva entrare se eri un outsider o se non c'eri nato.

La stessa cosa si può dire dei superpagati megafoni che popolano tanto più oggi i telegiornali di ogni regime democratico liberista (la totalità), con i loro Magnificat e i loro Te Deum "mitragliati" ininterrottamente dalla mattina alla sera e perfino la notte (il Te Deum laudamus viene stranamente cantato nella liturgia cattolica non continuamente, ma solo alla fine dell'Ufficio delle letture, in effetti prima delle Lodi vere e proprie, e non tutti i giorni, ma solo nelle festività, Quaresima esclusa, comprensibilmente).

sabato 18 ottobre 2014

Il soldo di cacio

Io non do un soldo di cacio alle seguenti categorie di persone:

primi ministri
politici di qualsiasi schieramento
attori famosi e meno famosi
cantanti
comici
registi
artisti
professori universitari
intellettuali
critici
scrittori che vanno per la maggiore e che un giorno andranno anche meno che per la minore
giornalisti impegnati e meno impegnati
calciatori
economisti
scienziati
medici

e in generale non do un soldo di cacio a chiunque è conosciuto tramite quel ridicolo oggetto che è la televisione, e a chi in televisione risiede in pianta stabile.

E in generale non do un soldo di cacio a


maleducati
presuntuosi
ricchi e arricchiti
fascisti della prima e dell'ultima ora
comunisti in carriera politica
cattolici convinti
preti
borghesi
piccolo borghesi
falsi maschi
donne aggressive e in carriera
femministe
veline
invidiosi e invidiose
stupidi perenni


Apprezzo invece:

disoccupati
contadini e contadine
metalmeccanici e operai e operaie in generale
donne di servizio
aristocratici con notevole senso dell'umano
sognatori
bambini Down
donne energiche e dolci nello stesso tempo e con notevole spirito materno
lesbiche che non odiano gli uomini
uomini che non sanno di avere talento
ragazzi e ragazze che sanno sorridere

mercoledì 6 agosto 2014

Il paradiso e l'inferno. Perché i gay dovrebbero cambiare etichetta

I gay dovrebbero cambiare etichetta. Sembra che non si siano mai accorti che il nome del bombardiere che sganciò la bomba su Hiroshima è Enola Gay, il nome della madre del pilota.

Dizionarietto ragionato.

Hiroshima:città giapponese fondata nel 1589, bagnata dalle acque del Kyobashigawa. E' luogo di genocidio: vi si realizzò  uno dei due più grandi crimini commessi contro l'umanità durante una singola limitata azione di guerra. Vi morirono in un singolo istante quasi centomila persone. La regia scientifica venne affidata a Robert Hoppenheimer.

Robert Hoppenheimer, il maggiore responsabile in senso assoluto di quello che successe a Hiroshima e Nagasaki, il fisico fotografato in giacca e cravatta insieme al generale LeslieGroves. Disse, in un'apparente esplosione di disgustosi sensi di colpa: "Now I am become Death, the destroyer of worlds" - Sono diventato morte, distruttore di mondi, parole tratte dal canto Bhagavad Gita, della tradizione Hindu. Non ebbe nessuna crisi di coscienza come si dice, se avesse avuto una qualche crisi di coscienza non avrebbe alla fine accettato la direzione dell'Institute for Advanced Studies di Princeton - dietro questa nomina ci fu anche lo zampino del cosiddetto genio Einstein.

Harry Truman. Agricoltore. Respinto da un'accademia militare per problemi di vista. Trentatreesimo presidente americano. Partito Democratico. Insieme alla banda degli onesti fu il mandante dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. 

Theodore Van Kirk. Navigatore dell'equipaggio che causò materialmente la morte istantanea di quasi centomila persone a Hiroshima. Era l'ultimo rimasto in vita. E' morto qualche giorno fa, sei giorni prima del 6 agosto, anniversario che dal 1945 non avrà mai smesso di ricordare. Si è spento "tranquillamente" nel suo letto, a 93 anni. Se il Dio dei cristiani, il suo Dio, esiste (cosa a cui non credo), non se la starà passando troppo bene in questo momento. A quanto pare è morto senza senza avere mai provato nessun rimorso. Cosa anche questa difficilmente credibile, essendo stato, a differenza della vera mente del male, Hoppenheimer, una semplice pedina in un gioco di cui ignorava forse perfino l'esistenza. La sua vita quindi non può non essere stata che un lungo martirio: non può non essersi svegliato ogni mattina con uno stesso pensiero, non può non essersi spento che in compagnia delle immagini infernali di Hiroshima che, come raccontava lui, sembrava, vista dall'alto, bollire in un mare di fiamme.

Sistema metafisico

L'inferno, che sta vivendo anche il defunto Hoppenheimer, è quel momento preciso - un momento matematicamente infinito - il momento della morte, quando la coscienza si spegne e fa in quel preciso istante esperienza eterna, interminabile, dell'eternità. Nel caso di alcuni il Paradiso. Nel caso di altri l'Inferno.

Vedi quanto ho già detto a proposito dell'inferno e di Wittgenstein

giovedì 26 settembre 2013

Storia del mondo in mezza pagina. Se la donna dicesse "no".


Se per un eccesso di barbarie tutte le acquisizioni tecnologiche e intellettuali venissero di colpo abolite e l’uomo e la donna si ritrovassero al semplice stato di natura e a non avere come unico possesso se non se stessi, che altro potrebbe ancora succedere? Per parecchio tempo