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sabato 18 aprile 2015
I malati sani
Non c'è nessun dubbio che l'omofobia, di qualsiasi tipo e gradazione sociale - secondo le distinzioni contenute nell'ottimo saggio di Jorge Kantor - sia una malattia mentale, se la schizofrenia è una malattia mentale. Non c'è nessuna differenza tra degli psicotici che infilano il tubo di un compressore nel culo di un ragazzo omosessuale e gli fanno scoppiare le budella e una vecchia deputata pagliaccia che giustifica non la sua omofobia sulla base della Bibbia, come vorrebbe far credere, ma la Bibbia sulla base della sua omofobia. Questa gente andrebbe tutta prima di tutto non semplicemente accompagnata ma letteralmente trascinata in tribunale. E in secondo luogo rinchiusa in qualche posto dove le sia impedito di far danni, da dove non possa più attentare agli interessi sani di quella parte sana dell'umanità (della quale fanno parte anche dei meravigliosi - romanzescamente parlando - delinquenti, che tuttavia non sono omofobi, non sono malati, come invece lo è questo lerciume schizofrenico-paranoideo, questi psicotici in sordina che albergano dapertutto e la cui puzza di m. fa precisamente cagare).
domenica 29 marzo 2015
Un regalo agli amici omosessuali italiani. Emmerdale vs Un posto al sole
Non ho più molta voglia di scrivere in italiano. In fondo chi me lo fa fare quando da bilingue e non essendomi mai sentito veramente italiano (salvo essere nato a Roma) ma cresciuto come inglese potrei tranquillamente abiurare in toto il sistema del "sì"? Ma a quei poveri amici italiani i cui uccelli battono per i corvi, e ai quali ho sempre cercato di far capire come sia meglio dedicarsi alla passera - non perché sia necessariamente più appetibile ma perché meno frustrante in termini di aspettazioni di rappresentazione nelle produzioni televisive e cinematiche, a quei poveri amici italiani omosessuali, che si trovano a sopportare l'agenda politca di una banda tra l'altro minoritaria di bigotti, che contesta e boicotta un bacettino di due adolescenti mostrato pure da lontano, nel pappone preserale di Un posto al sole, andrebbe fatto un regalo: un clip di baci tra due veri corvi (immagine di ciò che è veramente maschio, l'insopprimibile accento delle Dales) in un'analogo pappone preserale britannico, Emmerdale. Di modo che loro, questi ottimi amici omosessuali italiani, possano fnalmente dire a tutti quegli omofobi e omofobe, cioè a tutti quegli omosessuali nel più profondo e a tutte quelle fasciste a cui piace essere picchiate da mariti omofobi": così va il resto del mondo, così ticchetta il resto del pianeta, il pianeta che conta, alla faccia vostra, delle vostre Antonelle Clerici e di tutto il carrozzone provincialcattoidiotafascista.
martedì 24 marzo 2015
Omofobi e ultrascorregge italiane
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attenzione, zona scorregge: entra a tuo rischio |
Mentre negli altri paesi la percentuale di omosessuali si aggira attorno al 10 per cento, forse qualcosa in meno, in Italia gli omosessuali maschi sono la maggioranza e superano di gran lunga gli eterosessuali. Ovviamente questa grossa percentuale afferma di essere eterosessuale. Molti, in epoca di social network, non si sono trasformati che in segaroli nascosti dietro un pc: la loro omofobia, come quella dei loro padri e dei loro nonni, non è altro che la rivelazione di questa banale verità. E non hanno mai visto un organo genitale femminile se non in qualche video porno. Nel caso dell'omofobia femminile poi, non si tratta che di fascismo. La donna fascista è forse la cosa più disgustosa in cui una persona luminosa, solare, possa incappare. Che poi l'Italia sia un paese a maggioranza omosessuale lo dimostra il fatto che è l'ultimo rimasto a non avere una legislazione che tuteli le coppie omosessuali e che un semplice bacetto, visto pure da lontano, tra due ragazzini, tra due diciottenni, andato in onda in prima serata in un Posto al sole sta suscitando una repellente fognaria contestazione da parte di omofobe e omofobi, che preferirebbero vedere uno stupro piuttosto che la rappresentazione di un sentimento tenero (l'innamoramento non è altro che la rinnovata richiesta di amore materno: che sia un uomo a innamorarsi o una donna, a prescindere che si sia omosessuali, come la maggior parte degli italiani maschi, o eterosessuali, la minoranza). Sulla caratterizzazione di questa sporca e violenta e vile (fatta di vigliacchi) categoria nazifascistoide, sulla sua autosufficienza e circolarità, vedi quanto ho scritto in sinonimi e definizioni. Funziona come per le scorregge: chi l'ha è quello che dice: non sono stato io.
mercoledì 18 marzo 2015
sinonimi e definizioni. circolarità dell'omofobia
omofobo: omosessuale che sa di esserlo senza saperlo
omofoba: donna fascista che ama essere bastonata da un omofobo
omofoba: donna fascista che ama essere bastonata da un omofobo
giovedì 19 febbraio 2015
perché Dio ama gli omosessuali e non ama gli stupidi che parlano in suo nome
Scrive un forumer in un blog sull'ateismo:
"It's amazing how Christian apologists will bend over backwards to justify their beliefs in the face of the atrocities that their faith condones."
Non troppo lontano dal vero. Direi comunque che proprio questo continuo, inquieto, autoreferenziale muoversi a battaglia degli apologisti cristiani, più che risolversi in un cadere col culo per terra ("fare uno sforzo immane pur di ottenere qualcosa", "farsi in quattro", è il senso più tipico di "bend over backwards"), assume, se osservato alla giusta distanza, le cadenze e gli schemi di una rinnovata danza: di una danza ovviamente biblica, una danza delle Sacre Scritture". Si danza per qualcuno, e per ottenere la testa di qualcuno, alla manierà di
"It's amazing how Christian apologists will bend over backwards to justify their beliefs in the face of the atrocities that their faith condones."
Non troppo lontano dal vero. Direi comunque che proprio questo continuo, inquieto, autoreferenziale muoversi a battaglia degli apologisti cristiani, più che risolversi in un cadere col culo per terra ("fare uno sforzo immane pur di ottenere qualcosa", "farsi in quattro", è il senso più tipico di "bend over backwards"), assume, se osservato alla giusta distanza, le cadenze e gli schemi di una rinnovata danza: di una danza ovviamente biblica, una danza delle Sacre Scritture". Si danza per qualcuno, e per ottenere la testa di qualcuno, alla manierà di
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lunedì 26 gennaio 2015
l'acqua cheta della religione
Tantum religio potuit sudere malorum
che il nostro professore al liceo traduceva in malafede:
la superstizione religiosa sa macchiarsi di così tanti mali
e gli concedo oggi soltanto la correttezza del perfetto gnomico, tradotto giustamente al presente.
Non intendeva Lucrezio la superstizione religiosa: intendeva la religione tout court. Non esiste differenza tra ricezione di massa di un messaggoio scritturistico e scatenamento della superstizione religiosa.
Il Levitico, uno dei testi più violenti dell'Antico Testamento, accettato ancora oggi senza riserve da
che il nostro professore al liceo traduceva in malafede:
la superstizione religiosa sa macchiarsi di così tanti mali
e gli concedo oggi soltanto la correttezza del perfetto gnomico, tradotto giustamente al presente.
Non intendeva Lucrezio la superstizione religiosa: intendeva la religione tout court. Non esiste differenza tra ricezione di massa di un messaggoio scritturistico e scatenamento della superstizione religiosa.
Il Levitico, uno dei testi più violenti dell'Antico Testamento, accettato ancora oggi senza riserve da
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lunedì 19 gennaio 2015
il coming out, il pleonasmo e la papera
Se per coming out si intende il dichiarare pubblicamente di esser eomosessuale, allora è tempo perso: il coming out è un pleonasmo, un di più, un qualcosa di non strettamente necessario. Il coming out è figlio della presunzione: il credere che gli altri
giovedì 9 ottobre 2014
capitalismo ferocia omofobia
Sulla triste questione del ragazzo di Pianura, a cui dei criminali hanno infilato un compressore nell'ano, e che ricorda certi omicidi omofobi negli Stati Uniti, ai tanti ciarlatani universitari e ai tanti giornalisti che nei talk show si riempiono la bocca sui perché e sui per come di tanta ferocia, basterebbe dire che chi è causa del suo mal pianga se stesso. Pare si siano soltanto adesso accorti (anzi non se ne sono ancora accorti) che il capitalismo (e gli studi televisivi e i giornali ne sono una cassa di risonanza) è ferocia e che una società fondata sulla manipolazione sessuale dell'individuo e sul suo sfruttamento mercificante porta - quando non ci sono più forze sane a contrastare l'idea di accumulo - esattamente questi frutti. D'altra parte il capitalismo è nella sua fase più aggressiva. Basterebbe vedere come il pupazzo italico attacca l'articolo 18, conquista sacra dei lavoratori.
giovedì 17 luglio 2014
La professoressa gay friendly eroina dei blogger e gli altri
Alcuni anni fa una professoressa palermitana venne condannata, in appello credo, a 20
giorni di carcere - condanna poi confermata in Cassazione - per
aver obbligato un ragazzo a scrivere sul quaderno non so quante volte: “sono un deficiente”.
Questo ragazzo, orgoglio senz'altro dei suoi genitori, che per il fatto querelarono la professoressa, aveva impedito a un compagno di classe di entrare nel bagno dei maschi perché "considerato gay”. Non ho ben capito se era il bagno dei “maschi” a
essere considerato gay o il compagno di classe. La povera professoressa,
assolta in primo grado, venne trascinata nuovamente in giudizio dopo il
ricorso del pm, che oggi, a distanza di anni, fa condannare per diffamazione
un blogger di origine portoghese che contro di lui aveva pubblicato una poesia
intitolata “Il deficiente cosmico”. Se i giudici ora hanno condannato il
blogger avranno avuto, codice alla mano, le loro ragioni giuridiche. Quello che
è curioso è che questo magistrato, in servizio in una procura siciliana, e
sotto scorta per essersi occupato di mafia, è salito dalla Sicilia fino a
Novara, sede del processo contro il blogger, impiegando scorta, benzina pagata dal contribuente eccetera, il tutto per
andare a ripetere che cosa? Che fu il figlio a mostrargli il blog che lo
diffamava, che lui non l’aveva neanche letto, e che solo in seguito alla
"segnalazione" del figlio aveva deciso di presentarsi come parte lesa.
venerdì 16 maggio 2014
Archiloco e il sesso sfrenato degli antichi. "Insospettato" multiculturalismo
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sigillo cilindrico achemenide VI s. - Louvre |
In un passo del profeta Ezechiele (23.20) si dice che Ooliba (dietro la quale si celerebbe Gerusalemme) aveva per amanti quegli uomini “la cui carne è quella
degli asini e la cui alluvione è quella dei cavalli”.
L'ebraico ha:
אֲשֶׁ֤ר בְּשַׂר־חֲמוֹרִים֙ בְּשָׂרָ֔ם וְזִרְמַ֥ת סוּסִ֖ים
זִרְמָתָֽ
(Asher bessar
chmurim bessaram we zirmath susim zirmatham)
un passo che nella traduzione della CEI
del 1974 e in quella del 2008 viene reso con:
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venerdì 27 settembre 2013
il mulino italiano dalle orecchie d'asino
Sarà interessante vedere se l'invito a boicottare la Barilla e il Mulino Bianco per i commenti non troppo
intelligenti del suo "proprietario" sul non valore tradizionale delle
famiglie gay avrà trovato risposta in termini di perdite. E un cliente in meno comunque ce l'hanno. Se la Barilla era in effetti una delle mie marche di pasta preferite, da domani non lo sarà più, e non per solidarietà col mondo gay, anche se ovviamente sono solidale
sempre e in ogni maniera e quindi per partito preso, nel senso che l’omofobia mi suscita immancabilmente, ogni volta che ne scorgo anche soltanto le più velate e inconfondibili tracce di dinamiche fasciste, immediati conati di vomito - e sono irriducibilmente anche favorevole alle
adozioni da parte di coppie dello stesso sesso - ma non comprerò più la pasta Barilla
per una semplice considerazione di buon senso. Perché in regime di mercato, e
con la forza di mobilitazione di cui dispongono oggi i social network e il
concetto di solidarietà che li caratterizza e che caratterizza soprattutto le ultime
generazioni, un amministratore delegato o proprietario di un’azienda che si
permette di fare considerazioni controriformistiche e da Concilio Tridentino, e
mette a rischio il posto di migliaia di dipendenti, si merita
semplicemente di essere mandato a casa il più presto possibile, e se non
proprio nella forma di un commissariamento dell’azienda, quantomeno perché il
mercato gli ha notificato che è una persona che non ci capisce assolutamente niente
di come funziona il mondo oggi.
venerdì 9 agosto 2013
Il calcio non è gay: è omoerotico
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Melchior d'Hondecoeter - Natura morta con galli e galline |
Il termine coming out
– letteralmente venir fuori, quindi uscita – presuppone soltanto che ci si trovi all’interno
di un qualcosa, di un luogo dal quale effettivamente poter uscire. È semplicemente una forzatura poi
identificare questo concetto dell'esterno con quello della luce del sole: posso venir fuori
da un posto chiuso restando in un altro posto chiuso più grande e che lo racchiuda: ad
esempio dall’ascensore alle scale. Sempre al chiuso sono.
L’ossesssione del mondo
gay per tutto ciò che non è gay (vedrebbero gay
dovunque e vorrebbero far fare coming out perfino ai santi), è un fatto
relativamente recente. Chi ha fatto il cosiddetto coming out, chi si è finalmente “liberato”, si sente paladino di una causa morale
e tende a considerare una qualsiasi manifestazione
omoerotica inconscia - anche quando cioè non c’è consapevole desiderio omoerotico - come
un fatto più che manifesto che lì ci sia qualcosa di gay e che in quanto tale vada esteriorizzato. Di queste frequenti
manifestazioni omoerotiche inconscie, gli sport
di squadra, soprattutto il calcio, abbondano: abbracci e effusioni in campo, baci bacini e bacetti dopo un gran goal ma anche dopo uno schifo di goal venuto soltanto per colpa di un girandolino a centro campo della squadra avversaria, palpatine eccetera; ma più che
il segno di un conscio desiderio omosessuale queste manifestazioni non sono altro che banalissimi gesti di affetto e
esultanza, la necessità di condividere con un amico o compagno di centuria un
momento di felicità o comunque gesti (le palpatine) che da che mondo è mondo sono codici comportamentali tipici dell’ambiente maschile giovanile, il segno di un sopito desiderio
anche fisico perché appunto codificato, l’unico modo in cui in una società globalmente
e potentemente eterosessuale, certi istinti possono rivelarsi. Nel gioco, appunto.
O nella lotta – si veda per esempio la lotta tra due maschi nel film Donne in amore
di Ken Russel, o le scosse erotiche nel recentissimo Tensiòn sexual 1 dei registi argentini Marco Berger e Marcelo Mònaco, e si capirà molto di questo tipo di desiderio controllato, codificato.
Ma di qui a dire che due uomini che fanno a botte o un calciatore che palpi le
natiche di un altro calciatore sia gay ( o anche semplicemente omosessuale) ce
ne passa e ce ne passa parecchia, ci passa tanta acqua quanta ce n’è nell’oceano
Atlantico tra le due sponde.
A parte la questione omoerotismo, c'è da dire che non significano la stessa cosa nemmeno omosessualità e essere gay (parola bruttissima, senza spina dorsale e che
fa scappare tutti - somiglia a un miagolio ed è strano che i gay non se ne siano
mai accorti). Non comportano le stesse ragioni queste due parole
perché "gay" riflette originariamente un’istanza politica che però
oggi ha perso anche quel po’ di forza
rivoluzionaria che aveva agli inizi, all’epoca degli eventi di Stonewall, il
noto bar di travestiti a New York da cui si originarono a seguito di un pestaggio della polizia omofoba i violenti scontri che tennero sotto scacco il Greenwich Village per tre giorni; il primo termine invece (omosessualità) definisce un insieme di pulsioni e desideri e comportamenti ed esula dalla sfera politica in senso
stretto, di impegno politico e civile, di chi combatte anche
seriamente, sotto questa etichetta, per l’acquisizione di diritti per le coppie dello stesso sesso. A parte
quindi la non assoluta possibilità di identificare visione gay della vita e comportamenti
omoerotici e omosessuali, viene anche da chiedersi quale senso abbia (se non di
presunzione) dire a un grande calciatore, a uno cioè che ha un ego smisurato, e che
spesso ha pure un talento smisurato, che tocca il cielo con un dito, come si
fa a dire a una persona del genere: devi fare coming out. La prima cosa che mi viene in mente è che un calciatore
così impostato - che il gay vorrebbe tirare nel mondo gay come il mugnaio tira l'acqua al proprio mulino - ti faccia quand'anche sia dedito a amori
omosessuali una sonora pernacchia e che finisca magari per dirti: "gay per questa volta ci sarai tu, a me di uscire dentro un ghetto non interesssa proprio un bel niente, non ho bisogno di nessuna etichetta in fronte. Se pure perde tempo a risponderti.
C’è poi il caso di Cecchi Paone, il giornalista che ha fatto coming out e
che ogni tanto si azzuffa, per la verità in maniera anche divertente, col mondo ufficiale
del calcio. Mi è capitato diverse volte di sentirlo parlare in qualche
intervista. Ma non mi pare che usi la parola gay, o almeno le volte che mi è
capitato l’ho sempre e soltanto sentito usare termini come omoerotismo,
o omosessualità. Ha pure scritto un
libro su omosessualità e sport nel cui titolo non compare la parola gay e non so se e quante volte l'abbia usata all'interno perché non l'ho letto. Cecchi Paone però è cosa diversa: si diverte a
mettere il dito nell’ipocrisia del mondo calcistico, e se anche la sua è una battaglia diciamo così etica fa prendere poi felicemente alla questione i toni divertenti del botta e risposta tra due ragazzini; non è comunque un caso che reagisca come reagisce ogni volta che sente un dirigente o un calciatore dire che
nel calcio non ci sono maschi che vanno con altri maschi. Lo invitano a nozze.
Pure a non considerare il carattere altamente omoerotico di un qualsiasi gioco di
squadra (come fai a non pensare di dare il meglio anche e soprattutto perché - a parte i milioni che guadagni - i tuoi compagni di
squadra ti stanno guardando e vuoi essere ammirato anche da loro?) è pure una palese assurdità,
che dimostra non solo ignoranza della storia ma pure della natura se anche i
cagnetti che si vedono scodinzolare nei giardini pubblici e nei parchi si annusano a tutto
spiano, sia maschi con femmine che maschi con altri maschi. Ma spezzo qui una lancia in favore dei gay. In Shalespeare si trova il termine nosegay (letteralmente, nell'antico inglese, ornamento da avvicinare al naso, mazzetto di fiori che l'innamorarato regalava all'amata) e a quell'epoca a teatro i personaggi femminili erano interpretati esclusivamente da uomini.
venerdì 12 aprile 2013
gay se fa comodo
Una cosa è essere gay una cosa è parlare di omoerotismo. Non avrebbe comunque molto senso (sarebbe nel migliore dei casi un atto di autopersuasione e nel peggiore dei casi un tentativo di bassa manipolazione ideologica) il voler applicare al passato, secondo il solito procedimento dell'ante litteram, la ormai più che abusata e noiosa etichetta gay, che si torni indietro di cinquanta o duemila e cinquecento anni (se un termine è applicato ante litteram vuol dire che quel termine non esisteva e se non esisteva la parola non esisteva nemmeno il concetto). Un gay è per definizione chiunque si senta in qualche modo "liberato": è una persona che sbandiera politicamente questa sua avvenuta "liberazione" - grazie ad anni di lotte e battaglie tra l'altro non sue - e lo fa a differenza di chi non vuole sbandierare un bel niente per tutta una serie di ragioni che non sta né ai gay né ai vari movimenti lgbt giudicare (tra l'altro con teorie psicologiche e psicanalitiche di dubbio valore). Alessandro Magno era gay? (era sessualmente liberato?) La domanda è semplicemente ridicola, improponibile, per la semplice ragione che non avrebbe avuto nessuna logica, nessun senso, per gli interessati. Greci Macedoni o Romani ragionavano tanticchia diversamente. Bisognava che agli occhi del mondo venissero rispettati (questo sì) certi elementari codici sociali. Se socialmente eri anche di un solo gradino al di sopra del tuo partner e lasciavi intendere ai vicini che ti piaceva riceverlo invece che darlo allora perdevi anche quel po' di considerazione che credevi di avere; e inoltre dovevi guardarti dal non tradire il genere all'interno del quale la natura ti
aveva messo (storia e natura si equivalevano). Se nascevi uomo e ti truccavi e ti
vestivi da donna o ti depilavi o agitavi un po' troppo i lombi o gesticolavi più del necessario, scattava impietosa la beffa o il sarcasmo: termini coloritissimi che esistevano allora come ai giorni nostri (ciò che mancava era l'omofobia, le pratiche criminali connese con l'inseguimento (la persecución, in spagnolo) con l'individuazione del nemico sulla base della mondezza ideologica che all'inseguitore è stata colata nel cervello); e di questi termini offensivi se ne reperivano a iosa.
Eschine sbeffeggiò, nel famoso processo per la corona, il suo antagonista di sempre, il gigante Demostene, per quella sua certa “mantellina bianca” con cui si era presentato in tribunale. Lo chiamò in tutti modi possibili e immaginabili. Quando toccò poi a Demostene a prendere la parola (si dice
che la sua parola riusciva a produrre in un fascinoso crescendo l’equivalente linguistico di una paurosa tempesta) lo distrusse. Eschine fu costretto
a andarsene in esilio a Rodi. E pare che dopo aver letto ai suoi studenti l’orazione
pronunciata contro Demostene, e meravigliandosi un po' tutti che con quel
capolavoro non l'avesse battuto, Eschine abbia detto: “perché nessuno di voi ha mai sentito quella belva parlare!”
Fidia, Dioniso - Partenone
Ciò che non esisteva nell’antichità era appunto l’omofobia, e anche le battute di Eschine erano un puro strumento retorico: sconfiggere l’avversario mediante una tecnica di scuola. Bisognerà allora forse interrogarsi sul perché l'omofobia oggi o nei secoli passati e non duemila e cinquecento anni fa. Tutto qui.
Aggiungiamo che sono argomentazioni prive di ogni fondamento storico e filologico quelle svolte da tante persone cosiddette colte (anche da qualche professore universitario) infatuati del mondo antico e greco in particolare: che cioè anche prima che la morale cristiana si consolidasse una relazione sessuale tra due uomini, al di fuori del rapporto educativo ragazzo/uomo maturo, era eticamente condannabile. Il sesso, in tutte le sue forme, in tutte le salse e a tutte le età, si faceva nella Grecia più arcaica come a Roma diversi secoli dopo e anche fin dentro i primi secoli dell'era cristiana, e più di quanto non si faccia oggi. Di questo, del fatto che nonostante accelerazioni in senso più moralistico nella Roma imperiale, il sesso continuasse a cuocere all'interno di un calderone dove c'era di tutto, è un pallido riflesso un trattato greco sull’interpretazione dei sogni, attribuito a Artemidoro e scritto più di 400 anni dopo la morte di Alessandro. Ma si può facilmente dimostrare che ai tempi di Artemidoro le interpretazioni di certi sogni erotici che oggi farebbero arrossire poggiava su premesse morali (non moralistiche) non dissimili da quelle dei tempi di Alessandro.
Fidia, Dioniso - Partenone
Ciò che non esisteva nell’antichità era appunto l’omofobia, e anche le battute di Eschine erano un puro strumento retorico: sconfiggere l’avversario mediante una tecnica di scuola. Bisognerà allora forse interrogarsi sul perché l'omofobia oggi o nei secoli passati e non duemila e cinquecento anni fa. Tutto qui.
Aggiungiamo che sono argomentazioni prive di ogni fondamento storico e filologico quelle svolte da tante persone cosiddette colte (anche da qualche professore universitario) infatuati del mondo antico e greco in particolare: che cioè anche prima che la morale cristiana si consolidasse una relazione sessuale tra due uomini, al di fuori del rapporto educativo ragazzo/uomo maturo, era eticamente condannabile. Il sesso, in tutte le sue forme, in tutte le salse e a tutte le età, si faceva nella Grecia più arcaica come a Roma diversi secoli dopo e anche fin dentro i primi secoli dell'era cristiana, e più di quanto non si faccia oggi. Di questo, del fatto che nonostante accelerazioni in senso più moralistico nella Roma imperiale, il sesso continuasse a cuocere all'interno di un calderone dove c'era di tutto, è un pallido riflesso un trattato greco sull’interpretazione dei sogni, attribuito a Artemidoro e scritto più di 400 anni dopo la morte di Alessandro. Ma si può facilmente dimostrare che ai tempi di Artemidoro le interpretazioni di certi sogni erotici che oggi farebbero arrossire poggiava su premesse morali (non moralistiche) non dissimili da quelle dei tempi di Alessandro.
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