La sproporzionata estensione di uno stato e la potenza di mezzi di cui dispone non giocano necessariamente a favore in caso di un attacco nemico concentrato in un punto. La velocità delle informazioni toglie indubbiamente non poche speranze all'attaccante tuttavia la sorpresa può giocare ancora un ruolo fondamentale. E tanto più quanto più sarà necessario spostare enormi contingenti da una zona a un'altra. Insomma è sempre il tempo il deus imperans, e in ultima analisi la lentezza con cui gli uomini continuano a muoversi. Vedi quanto scrive duemila e cinquecento anni fa Senofonte nel primo dell'Anabasi, le marce sempre più forzate di Ciro per impedire che Artaserse raccolga attorno a sé l'immensa forza di cui dispone:
νομίζων, ὅσῳ θᾶττον ἔλθοι, τοσούτῳ ἀπαρασκευαστοτέρῳ βασιλεῖ μαχεῖσθαι, ὅσῳ δὲ σχολαίτερον, τοσούτῳ πλέον συναγείρεσθαι βασιλεῖ στράτευμα. καὶ συνιδεῖν δ' ἦν τῷ προσέχοντι τὸν νοῦν τῇ βασιλέως ἀρχῇ πλήθει μὲν χώρας καὶ ἀνθρώπων ἰσχυρὰ οὖσα, τοῖς δὲ μήκεσι τῶν ὁδῶν καὶ τῷ διεσπάσθαι τὰς δυνάμεις ἀσθενής, εἴ τις διὰ ταχέων τὸν πόλεμον ποιοῖτο. (I, 5, 9)
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martedì 31 maggio 2016
domenica 25 maggio 2014
Le due mani destre. Misteri della tolleranza
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Giotto, La Carità |
Tolleranza è un
termine che dopotutto non mi appartiene, nonostante ogni tanto ne faccia uso.
Non perché io sia intollerante o non
sia di manica larga (weites Gewissen, si direbbe in tedesco, espressione che non a caso significa anche senza scrupoli) ma perché certe
affermazioni, il proclamare coram populo
che si è così o così (tipico per
esempio dei politici), sono sempre sospette. Che è un po’ quello che fa osservare il
barone di Charlus al giovane Narratore sulla
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