domenica 25 maggio 2014

Le due mani destre. Misteri della tolleranza


Giotto, La Carità


 Tolleranza è un termine che dopotutto non mi appartiene, nonostante ogni tanto ne faccia uso. Non perché io sia intollerante o non sia di manica larga (weites Gewissen, si direbbe in tedesco, espressione che non a caso significa anche senza scrupoli) ma perché certe affermazioni, il proclamare coram populo che si è così o così (tipico per esempio dei politici), sono sempre sospette. Che è un po’ quello che fa osservare il barone di Charlus al giovane Narratore sulla
spiaggia di Balbec, quando si accorge che fa disperare la nonna perché vorrebbe continuare a rimanere in acqua. “Vedo che fa inquietare sua nonna, piccolo birbante!”, dice Charlus in qualche punto della Recherche, mi pare A l'ombre des jeunes filles en fleur, vado un po’ a memoria, anche se ricordo il passo piuttosto bene, quasi parola per parola). “Ma lei di sua nonna ovviamente se ne infischia”. E il giovane Narratore, ancora adolescente: “ma cosa dice, signore? Io l’adoro”. E il barone di Charlus, glaciale: “Signore, lei è ancora molto giovane, perciò dovrebbe approfittarne per apprendere due cose: primo, dovrebbe astenersi dall'esprimere dei sentimenti talmente naturali da non essere di già sottintesi; il secondo, che non bisogna mai partire lancia in resta per rispondere prima di aver penetrato il significato profondo di quello che ci viene detto. Se avesse preso queste precauzioni, avrebbe evitato di rispondere tanto per rispondere, alla maniera di un sordo, e avrebbe evitato di rendersi doppiamente ridicolo, cosa che lei già è a causa di queste ancore ricamate sul costume da bagno”.

Lasciamo perdere i vari logo e i disegni dei simboli di partito o stampati sulle varie t-shirt in tutto il mondo. Il concetto di tolleranza (il contrario dell’evangelico "non sappia la mano sinistra quello che fa la destra") - se si escludono alcune più ineterssanti elaborazioni filosofico-politiche dell'epoca dei lumi, ad esempio quelle di Pierre Beyle nel Dictionnaire historique et critique - è un abuso ideologico del sistema capitalistico in epoca di diffuse democrazie e di dominio dell’informazione, il quale sistema per sopravvivere bisogno di quel capitale i cui eccessi (conseguenza della sua natura eccedente) crede o fa credere di poter controllare. Va di pari passo, questo concetto della tolleranza, con la marca di violenza e ferocia che caratterizza oggi, in tali democrazie, i rapporti sociali e già prevista negli sviluppi più estremi dei regimi di mercato, nei quali l’uomo e la donna sono ridotti a semplici variabili e parametri aziendali.  Ogni volta che il mostro umano, prodotto da questo sistema, “impazzisce” mette anche in pericolo la convivenza e quindi il mercato. Il palliativo migliore, quindi, è far passare come giusto, ancora e nuovamente (una sorta di status symbol che anche i divi di Holliwood ostentano), sui mezzi di informazione il messaggio della tolleranza, della bontà reciproca. Tendenza d'altronde “naturale” della specie umana storica, da sempre rispolverata dall'alto in momenti di crisi, la cosiddetta concordia sociale.

Così aveva senz’altro ragione Adorno, in un paragrafo dei Minima Moralia (Ultima chiarezza), quando diceva che “il borghese è tollerante” e che “il suo amore per la gente quale effettivamente è”, l’ammettere cioè le diversità, “nasce dal suo odio per l’uomo come dovrebbe essere”. In altre parole, dal suo odio per qualsiasi forma di etica.

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