martedì 27 maggio 2014

L'aristocrazia e la tautologia


La contessa de Chevigné, uno dei modelli di Oriane de Guermantes


Tautologia nell'aristocrazia proustiana. Oriane, principessa des Laumes, poi duchessa de Guermantes, una delle più grandi dame di Francia, durante una serata di gala in casa della marchesa de Saint-Euverte dice al generale de Froberville, parlando del mobilio stile Impero: "Mais ça ne peut être pas beau  ... puisque c'est horrible!" Non può essere bello perché è orrendo!

Oriane se ne frega dei legittimisti, del Legittimismo, il suo non è un giudizio politico e inoltre la tautologia si spiega non solo col fatto che ciò che è bello trova la sua definizione unicamente in sé stesso ma anche col fatto che l'aristocrazia, in ogni tempo, non ha mai dovuto dimostrare niente, sostenere i propri giudizi con delle prove logiche, intellettualmente, con dei ragionamenti articolati come facevano i Padri della Chiesa o gli Gnostici o la Scolastica più tardi, che cercavano di dimostrare teoricamente la Rivelazione, o alla maniera di tanti noiosissimi intellettuali di oggi. Come sarebbe bello passare cinque minuti in compagnia dell'affascinante Oriane, con tutta la sua ignoranza, che mette nel granaio i mobili Impero che Montesquiou ha lasciato al marito, e che barba invece la semplice idea di trovarsi nello stesso metro quadrato con uno dei tanti giornalisti e giornaliste e intelligenti che affollano i salotti televisivi italiani. 

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