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venerdì 19 agosto 2016
Il burkini del voyeur
Ipocriti gli occidentali (Angela Merkel & C), che parlano di ostacolo all'integrazione ... "Integrazione al mercato", andrebbe detto. Ma ipocrite anche le musulmane in burkini sulle spiagge piene di maschioni col pisellone che preme sotto il costume. Si dirà: da qualche parte devono pure andare a farsi il bagno visto che le spiagge sono dovunque e comunque affollate. Ma appunto, nella vita bisogna saper rinunciare, a volte ...
giovedì 2 aprile 2015
Unfazed by Hell. On hypocrisy
My best
eavesdropping moment was on a train in Rome when I heard a relaxed and modest sounding middle aged Italian priest on his mobile telling the person on
the other end that no action seemed to be
necessary then, but that by the end of the following week it might prove necessary
(per adesso lascia così, ma per la fine della settimana prossima … ). He
thought he was defying his power of coercion but he was playing into his hands
by dividing (now /then) and demonizing. And this is what is called hypocrisy.
mercoledì 10 dicembre 2014
Il pendaglio da forca. Giuda salvato
All'interno delle primitive comunità cristiane la morte di Giuda Iscariota è un tipico esempio di ricerca di un sicuro capro espiatorio. Il tradimento è narrativamente - in funzione di exemplum - più appetibile della semplice sobillazione. In realtà il vero mandante del massacro e dell'omicidio di Gesù fu il sommo sacerdote Caifa, l'ipocrita ammantato di ricche vesti, il pupazzo che ossequiava i Romani e che pagò senza ritegno i trenta denari. Il vero pendaglio da forca, quindi, a rigore, non avrebbe dovuto essere Giuda ma Caifa, o meglio: Yosef Bar Kayafa: Giuseppe figlio di Caifa, altrimenti noto come Caifa. L'aver presentato come pendaglio da forca Giuda ha portato molta acqua al mulino della propaganda. Senza contare che se non ci fosse stato il suo sacrificio (cose dette e ridette dalle più serie riflessioni teologiche) non sarebbe stato possibile nemmeno il sacrificio di Cristo. Insomma la particolare fine di Giuda è un dato irrilevante della missione di Gesù e Giuda sarebbe stato anzi il primo a dover ricevere il perdono. La sua morte violenta (soprattutto in presenza di un pentimento) contraddice totalmente il piano salvifico e getta una luce aberrante, carica di retorica di bassa lega (manipolatrice), sul cristianasimo delle origini. E' una delle prime deviazioni dall'originario messaggio di Cristo.
domenica 26 ottobre 2014
Portare acqua al mulino nero e al mulino arcobaleno
È difficile trovare un prete
cattolico o luterano o anabattista o anglicano che non porti sempre e comunque acqua al mulino
della rispettiva curia (ma è il loro mestiere), che non faccia giustamente politica pure durante un evento festoso, durante la celebrazione
di un matrimonio, quando tutti non aspettano che la fine del comizio per correre al ristorante a ingozzarsi come oche pronte per il foie gras (“siete qui a celebrare il matrimonio che è tra maschio e femmina”,
“Dio ha creato il maschio e la femmina” eccetera, non semplicemente tra uomo e donna, come in tempi più recenti con buona pace per tutti ci si era ormai abituati, ma come si diceva una volta, tra maschio e femmina, con la maggiore concretezza della Genesi: a far intendere anche ai sordi - o allo sposo nel caso covasse male intenzioni, e gli venisse in mente, ancor prima di essere sposato, di far indossare alla moglie un pene artificiale, uno strap-on - che l'incontro, in questo senso, deve essere non tra la carota e il bastone ma tra la carota e la cesta); e fa giustamente politica, il prete, perché
i vangeli (ma stranamente in quello più teologico di Giovanni la cosa non compare) lo invitano da
sempre a restituire a Cesare quel che è di Cesare. Facciamo un ultimo tentativo, via!, sembra dire il prete, poi restituisco a Cesare quel che è di Cesare.
In realtà, modificare anche di poco il linguaggio, cosa sempre auspicabile quando cambia il modo di sentire del mondo, quando cambia l'estetica, non farebbe torto a nessuno: né alla religione (che ha sempre e solo mirato a fare proseliti), né all'industria erotica (che ha interesse a favorire perversioni), e neppure al combattivo, agguerrito mulino gay (che vuole le sue parità): ma anche qui, adeguarsi ai nuovi tempi tornando a quei tempi in cui il linguaggio era più che oggi vicino al vero (non è questa l'epoca della verità, della scienza?): Cesare – ormai dovrebbe essere noto – s’infilava da ragazzo nel letto del re Nicomede, e nel ruolo di femmina, tanto da meritarsi l’appellativo (che lo divertiva un mondo anche quando era imperator maximus) di regina di Bitina. Dunque perché chi scrisse i vangeli decise effettivamente di non proclamarlo? non rese immediatamente giustizia, non ordinò di restituire a Cesare oltre a tutto anche tutto il resto, tutto il maltolto e anche quindi la famosa cesta di cui andava fiero? perché nessuno ha mai predicato in tutta onestà e verità: restituite a Cesare quel che è di Cesarina?
In realtà, modificare anche di poco il linguaggio, cosa sempre auspicabile quando cambia il modo di sentire del mondo, quando cambia l'estetica, non farebbe torto a nessuno: né alla religione (che ha sempre e solo mirato a fare proseliti), né all'industria erotica (che ha interesse a favorire perversioni), e neppure al combattivo, agguerrito mulino gay (che vuole le sue parità): ma anche qui, adeguarsi ai nuovi tempi tornando a quei tempi in cui il linguaggio era più che oggi vicino al vero (non è questa l'epoca della verità, della scienza?): Cesare – ormai dovrebbe essere noto – s’infilava da ragazzo nel letto del re Nicomede, e nel ruolo di femmina, tanto da meritarsi l’appellativo (che lo divertiva un mondo anche quando era imperator maximus) di regina di Bitina. Dunque perché chi scrisse i vangeli decise effettivamente di non proclamarlo? non rese immediatamente giustizia, non ordinò di restituire a Cesare oltre a tutto anche tutto il resto, tutto il maltolto e anche quindi la famosa cesta di cui andava fiero? perché nessuno ha mai predicato in tutta onestà e verità: restituite a Cesare quel che è di Cesarina?
Per dirla dunque alla greca, nel linguaggio dei vangeli, non
Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ
ma
Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καισαρίνᾳ eccetera.
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venerdì 26 settembre 2014
tutti sulla stessa barca: confusione vs ipocrisia
Di quelle noiose competizioni della terza sofistica, nel quarto secolo, che dovevano somigliare sempre più alle conferenze e tavole rotonde attuali, alle relazioni accademiche nei vari convegni, Libanio è indirettamente critico: ma è una critica limitata alle capacità oratorie dell'avversario, il sistema non viene minimamente intaccato. Così nella sua autobiografia (la prima orazione del corpus), a proposito di un altro professore, suo antagonista a Costantinopoli, scrive che non riuscendo il pubblico a capire cosa stesse dicendo, ognuno guardava gli altri più distanti come a chiedersi se fossero tutti sulla stessa barca (συνεῖναι αὐτὸς ἕκαστος οὐκ ἔχων, νεύμασι τοὺς ἀφεστηκότας ἠρώτων, εἰ τὸ αὐτὸ πάθοιεν. I, 41).
Che è quanto succede ancora oggi quando si ha paura di essere l'unico deficiente a non capire cosa stia dicendo uno (o una) che parla in un convegno, in televisione, in un talk show. Anche se alla fine, in qualche modo, sono tutti pronti a battere le mani, pure chi non si sente ideologicamente affine (e la cosa è seria), cioè non si applaude sempre per bontà o per cortesia, o meglio, per ipocrisia, come sembra aver fatto Libanio con questo Benarchio intellettuale dedito alla crapula, cioè allo sgomitamento:
e anch'io, anche se provavo la stessa cosa degli altri, mi sforzavo di conferire, applaudendo, opinione di chiarezza al suo discorso facendo perciò cosa gradita al suo gruppo (καὶ ταὐτὸ τοῦτο τοῖς ἄλλοις ἐγὼ παθὼν σαφηνείας δόξαν οἷς ἐθορύβουν ἐπειρώμην περιάπτειν τῷ λόγῳ χαριζόμενος τῇ φάλαγγι).
Che è quanto succede ancora oggi quando si ha paura di essere l'unico deficiente a non capire cosa stia dicendo uno (o una) che parla in un convegno, in televisione, in un talk show. Anche se alla fine, in qualche modo, sono tutti pronti a battere le mani, pure chi non si sente ideologicamente affine (e la cosa è seria), cioè non si applaude sempre per bontà o per cortesia, o meglio, per ipocrisia, come sembra aver fatto Libanio con questo Benarchio intellettuale dedito alla crapula, cioè allo sgomitamento:
e anch'io, anche se provavo la stessa cosa degli altri, mi sforzavo di conferire, applaudendo, opinione di chiarezza al suo discorso facendo perciò cosa gradita al suo gruppo (καὶ ταὐτὸ τοῦτο τοῖς ἄλλοις ἐγὼ παθὼν σαφηνείας δόξαν οἷς ἐθορύβουν ἐπειρώμην περιάπτειν τῷ λόγῳ χαριζόμενος τῇ φάλαγγι).
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