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giovedì 2 aprile 2015

Unfazed by Hell. On hypocrisy

My best eavesdropping moment was on a train in Rome when I heard a relaxed and modest sounding middle aged Italian priest on his mobile telling the person on the other end that no action seemed to be necessary then, but that by the end of the following week it might prove necessary (per adesso lascia così, ma per la fine della settimana prossima … ). He thought he was defying his power of coercion but he was playing into his hands by dividing (now /then) and demonizing. And this is what is called hypocrisy.

mercoledì 7 gennaio 2015

ancora su Paolo VI: quel viavai di Dio tra paradiso e inferno

Difficile non avvertire l'espressione di un atto di fede nelle parole di soffuso rimprovero che il vecchio e ormai prossimo alla fine Paolo VI (sicuramente il più grande e moderno dei papi del Novecento) sembra rivolgere, quasi disilluso, a Dio nella messa di suffragio per Aldo Moro, a San Giovanni in Laterano: "un sommesso rimprovero che si trasforma subito in un profondo atto di fede", commenta giustamente la voce di un giornalista in un famoso video sull'evento. E difficile non sentirci gli echi di tutto l'Antico Testamento,

mercoledì 6 agosto 2014

Il paradiso e l'inferno. Perché i gay dovrebbero cambiare etichetta

I gay dovrebbero cambiare etichetta. Sembra che non si siano mai accorti che il nome del bombardiere che sganciò la bomba su Hiroshima è Enola Gay, il nome della madre del pilota.

Dizionarietto ragionato.

Hiroshima:città giapponese fondata nel 1589, bagnata dalle acque del Kyobashigawa. E' luogo di genocidio: vi si realizzò  uno dei due più grandi crimini commessi contro l'umanità durante una singola limitata azione di guerra. Vi morirono in un singolo istante quasi centomila persone. La regia scientifica venne affidata a Robert Hoppenheimer.

Robert Hoppenheimer, il maggiore responsabile in senso assoluto di quello che successe a Hiroshima e Nagasaki, il fisico fotografato in giacca e cravatta insieme al generale LeslieGroves. Disse, in un'apparente esplosione di disgustosi sensi di colpa: "Now I am become Death, the destroyer of worlds" - Sono diventato morte, distruttore di mondi, parole tratte dal canto Bhagavad Gita, della tradizione Hindu. Non ebbe nessuna crisi di coscienza come si dice, se avesse avuto una qualche crisi di coscienza non avrebbe alla fine accettato la direzione dell'Institute for Advanced Studies di Princeton - dietro questa nomina ci fu anche lo zampino del cosiddetto genio Einstein.

Harry Truman. Agricoltore. Respinto da un'accademia militare per problemi di vista. Trentatreesimo presidente americano. Partito Democratico. Insieme alla banda degli onesti fu il mandante dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. 

Theodore Van Kirk. Navigatore dell'equipaggio che causò materialmente la morte istantanea di quasi centomila persone a Hiroshima. Era l'ultimo rimasto in vita. E' morto qualche giorno fa, sei giorni prima del 6 agosto, anniversario che dal 1945 non avrà mai smesso di ricordare. Si è spento "tranquillamente" nel suo letto, a 93 anni. Se il Dio dei cristiani, il suo Dio, esiste (cosa a cui non credo), non se la starà passando troppo bene in questo momento. A quanto pare è morto senza senza avere mai provato nessun rimorso. Cosa anche questa difficilmente credibile, essendo stato, a differenza della vera mente del male, Hoppenheimer, una semplice pedina in un gioco di cui ignorava forse perfino l'esistenza. La sua vita quindi non può non essere stata che un lungo martirio: non può non essersi svegliato ogni mattina con uno stesso pensiero, non può non essersi spento che in compagnia delle immagini infernali di Hiroshima che, come raccontava lui, sembrava, vista dall'alto, bollire in un mare di fiamme.

Sistema metafisico

L'inferno, che sta vivendo anche il defunto Hoppenheimer, è quel momento preciso - un momento matematicamente infinito - il momento della morte, quando la coscienza si spegne e fa in quel preciso istante esperienza eterna, interminabile, dell'eternità. Nel caso di alcuni il Paradiso. Nel caso di altri l'Inferno.

Vedi quanto ho già detto a proposito dell'inferno e di Wittgenstein

sabato 28 settembre 2013

l'inferno

Scrive Wittgenstein in un pensiero del 1937 (Vermischte Bemerkungen) che "in un singolo giorno si possono vivere i terrori dell'inferno: il tempo è più che sufficiente". E tuttavia questo lungo giorno di cui parla Wittgenstein può essere ridotto della metà, e poi ancora della metà, fino all'infinitamente picccolo, e in quell'infinitamente piccolo istante il terrore dell'inferno può essere ugualmente provato per un tempo infinito. Così come mi è accaduto un giorno in aereo durante un apparentemente tranquillo decollo, quando a un qualche centinaio di metri dal suolo l'aereo ha cominciato paurosamente e perdere quota a causa di una depressurizzazione. Un  incidente di cui ricordo solo il terrore di una delle hostess seduta a pochi metri dalla cabina passeggeri che stringeva convulsa il braccio del collega. E ricordo il libro dal quale avevo immediatamente alzato gli occhi, una vecchia edizione del Contrat de mariage di Balzac. Lo misi semplicemente sul sedile accanto e pensai pietrificato: "è così, allora?"