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lunedì 29 dicembre 2014

"sono un berlinese" se ho la pancia piena. "Te Deum" della democrazia

Repubblica Democratica Italiana - Secondigliano


 L'idea dell'esistenza per il cittadino qualsiasi di parità di condizioni in un regime democratico liberista (vedi Toqueville, l'Introduzione del suo Denocrazia in America) trae origine ovviamente da un'assunzione di principio, da un partito preso (l'insindacabilità della libera iniziativa). Quindi la sua difesa in quanto modello deterministico della Natura o di Dio è indicativa di una posizione fortemente ideologizzata. Difatti le condizioni dei singoli in un regime democratico liberista non si rivelano mai di parità se non sulla carta, essendo una simile democrazia trainata e determinata unicamente (anche per definizione) dalla forza logistica del denaro. Il denaro, in discrete quantità, raggiunge e ottiene tutto, passa da un luogo sociale all'altro: dalla sanità alla giustizia al potere fino a insidiare le difese più vulnerabili e fragili del campo nemico. Così quando Jack Kennedy visitò nel 1963 Berlino Ovest, e pronunciò il suo famoso (dettato dall'alto, dalle grandi industrie) "Ich bin ein Berliner", e fu ripreso da tutte le televisioni davanti alla Porta di Brandeburgo, un entusiasta commentatore americano, con un timbro che a suo modo ricalcava gli entusiasmi dei colleghi italiani dell'Istituto Luce durante il Fascismo, disse che quella porta, che impediva il libero passaggio degli uomini (cioè delle merci) era l'immagine della degradazione dell'uomo sotto il comunismo, dimenticandosi, da superpagato megafono di regime, del degrado dei quartieri più socialmente insalubri delle grandi città americane, nei quali, anche ai suoi tempi, e anche volendo, non si poteva entrare se eri un outsider o se non c'eri nato.

La stessa cosa si può dire dei superpagati megafoni che popolano tanto più oggi i telegiornali di ogni regime democratico liberista (la totalità), con i loro Magnificat e i loro Te Deum "mitragliati" ininterrottamente dalla mattina alla sera e perfino la notte (il Te Deum laudamus viene stranamente cantato nella liturgia cattolica non continuamente, ma solo alla fine dell'Ufficio delle letture, in effetti prima delle Lodi vere e proprie, e non tutti i giorni, ma solo nelle festività, Quaresima esclusa, comprensibilmente).

mercoledì 16 luglio 2014

La Porta di Brandeburgo e la puzza del nazismo. Nuove categorie sempre vecchie

Alcuni piccoli giocatori della piccola Germania calcistica hanno evidentemente cambiato, anche se per qualche istante, mestiere, si sono messi a fare gli imitatori, imitatori dello straniero: hanno assunto cioè questa curiosa andatura: piegati in avanti, con la schiena curva in mezzo a una folla immensa che li acclamava davanti alla Porta di Brandeburgo, uno degli scenari preferiti da Hitler per le sue oscene parate. E mentre lo facevano dicevano: "così camminano i gauchos", cioè gli argentini. "I tedeschi invece camminano così", e si sono raddrizzati, hanno mostrato la schiena dritta, a fil di piombo.

Loro dovrebbero saperlo, come camminano i gauchos: nelle scuole tedesche di ogni grado dovrebbero averlo insegnato e sicuramente continuano a insegnarlo, dal momento che l'Argentina è uno dei paesi che accolse il più gran numero di nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

All'origine c'erano gli ariani e i non ariani. Adesso ci sono i curvi e gli eretti (così in inglese straight e bent, eterosessuali e omosessuali). Se uno volesse dirla proprio tutta, allora anche le giraffe camminano erette, apparentemente eleganti, anche se danno l'impressione che i loro trampoli stiano sempre per spezzarsi. E le giraffe vivono non davanti alla Porta di Brandeburgo ma nella savana, alla costante ricerca di nutrimento, per lo più foglie di acacia. I nazisti, credendo gli ariani "belli" e il resto del pianeta mondezza, uccisero circa 20 milioni di "storti", tra ebrei e altre categorie indesiderate (tra i quali anche gli omosessuali, di cui l'esercito nazista era stracolmo). Ma basterebbe anche soltanto la cifra sbagliata che veniva riportata un tempo, di sei milioni di persone, per dover indurre i tedeschi, di qualsiasi età, sesso e condizione sociale al silenzio perpetuo. Al silenzio per millenni a venire.

Che la Germania poi non abbia minimamente meritato di vincere i mondiali è un dato di fatto, nonostante i giornali parlino di "grande squadra" e di "talento". In effetti il talento l'hanno avvertito solo questi giornalisti, i quali non si sono nemmeno accorti che i tedeschi hanno vinto per il classico rotto della cuffia, segnando un goal risicato al secondo dei tempi supplementari, e questo dopo aver fanaticamente inflitto un 7 a 1 a un Brasile praticamente inesistente. Ma il problema è ancora e sempre lo stesso. Il noi e il loro. Il noi fisicamente perfetti e il loro fisicamente imperfetti, inabili. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed è comunque un pelo che non manda un buon odore.