mercoledì 16 luglio 2014

La Porta di Brandeburgo e la puzza del nazismo. Nuove categorie sempre vecchie

Alcuni piccoli giocatori della piccola Germania calcistica hanno evidentemente cambiato, anche se per qualche istante, mestiere, si sono messi a fare gli imitatori, imitatori dello straniero: hanno assunto cioè questa curiosa andatura: piegati in avanti, con la schiena curva in mezzo a una folla immensa che li acclamava davanti alla Porta di Brandeburgo, uno degli scenari preferiti da Hitler per le sue oscene parate. E mentre lo facevano dicevano: "così camminano i gauchos", cioè gli argentini. "I tedeschi invece camminano così", e si sono raddrizzati, hanno mostrato la schiena dritta, a fil di piombo.

Loro dovrebbero saperlo, come camminano i gauchos: nelle scuole tedesche di ogni grado dovrebbero averlo insegnato e sicuramente continuano a insegnarlo, dal momento che l'Argentina è uno dei paesi che accolse il più gran numero di nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

All'origine c'erano gli ariani e i non ariani. Adesso ci sono i curvi e gli eretti (così in inglese straight e bent, eterosessuali e omosessuali). Se uno volesse dirla proprio tutta, allora anche le giraffe camminano erette, apparentemente eleganti, anche se danno l'impressione che i loro trampoli stiano sempre per spezzarsi. E le giraffe vivono non davanti alla Porta di Brandeburgo ma nella savana, alla costante ricerca di nutrimento, per lo più foglie di acacia. I nazisti, credendo gli ariani "belli" e il resto del pianeta mondezza, uccisero circa 20 milioni di "storti", tra ebrei e altre categorie indesiderate (tra i quali anche gli omosessuali, di cui l'esercito nazista era stracolmo). Ma basterebbe anche soltanto la cifra sbagliata che veniva riportata un tempo, di sei milioni di persone, per dover indurre i tedeschi, di qualsiasi età, sesso e condizione sociale al silenzio perpetuo. Al silenzio per millenni a venire.

Che la Germania poi non abbia minimamente meritato di vincere i mondiali è un dato di fatto, nonostante i giornali parlino di "grande squadra" e di "talento". In effetti il talento l'hanno avvertito solo questi giornalisti, i quali non si sono nemmeno accorti che i tedeschi hanno vinto per il classico rotto della cuffia, segnando un goal risicato al secondo dei tempi supplementari, e questo dopo aver fanaticamente inflitto un 7 a 1 a un Brasile praticamente inesistente. Ma il problema è ancora e sempre lo stesso. Il noi e il loro. Il noi fisicamente perfetti e il loro fisicamente imperfetti, inabili. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed è comunque un pelo che non manda un buon odore.

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