martedì 22 luglio 2014

il grande teatro e il non teatro. Cinema televisione e radio

Il teatro greco è agli antipodi delle rappresentazioni nel XXI secolo (televisione, cinema). Si domanda Nietzsche, in uno dei frammenti postumi, se non sia per un sentimento di sconvenienza che i greci non rappresentano l'azione. In effetti nel teatro greco sembra non avvenire quasi niente materialmente sulla scena. Edipo che entra accompagnato da sua figlia Antigone ma poi si siede nel recinto sacro e da quel momento s'intrecciano monologhi e dialoghi a non finire; oppure Filottete che riesce a trascinarsi appena sulla scena, la gamba piagata, che incontra Neottolemo e Ulisse e per centinaia di versi non c'è movimento fisico o quasi. E' il coro a muoversi  soprattutto nel teatro greco, che sfila come in processione: la sua prima entrata in scena, la parodo, poteva, dovendosi a volte recitare alcune centinaia di versi, durare anche una ventina di minuti.

Il teatro greco è in realtà un teatro di pura parola. Ma è una parola, quella dei grandi autori, che ha il senso dello spazio, e in questo spazio la nuda parola sa come farti vedere gli oggetti, gli atti, i movimenti di chi è assente (funzione narrativa), sa far muovere soprattutto cio che non è presente, come è sempre stato tipico del grande teatro, pure in tempi più recenti - al contrario di tanto non teatro dentro il "teatro" (Alfieri, Manzoni, Baudelaire ecc., la ragione del loro fallimento). E' così che può giustamente dire Edipo a Antigone:

figlia del vecchio  c i e c o,  Antigone, in quale
terre  s i a m o  g i u n t i  o  nella città di quali uomini?
chi riceverà  l' e r r a b o n d o  Edipo in questo giorno
con quali misere offerte? ...
.......
Piuttosto, o figlia, se  v e d i  u n  p o s t o
che sia un luogo profano o un   v e r d e   r e c i n t o  s a c r o,
f a  c h e  i o allora  m i  f e rm i  e  m i   s i e d a ...

Cioè lo "spettatore" ascolta quello che farà Edipo: lo vedrà sedersi prima ancora di vederglielo effettivamente fare.

E Antigone potrà perciò essere figura centrale, giustificata:

Padre misero, Edipo,  t o r r i
p r o t e g g o n o  l a  c i t t à,  a  q u a n t o   i o   v e d o

ed è con gli occhi di Antigone che lo "spettatore" vede non solo la città ma un luogo che

sembra sacro, lussureggiante
di  a l l o r o,  u l i v i  e  v i t i, e fittissimi
dentro vi  c a n t a n o  usignoli

naturalmente Edipo è solo cieco, non è sordo, gli usignoli può sentirli benissimo: chi non può sentirli, o meglio, chi può sentirli soltanto attraverso la parola è lo "spettatore". Che bisogno avrebbe, d'altronde, un teatro del genere, di scenografia, di azione in termini moderni?

Mi raccontava mio padre che c'erano dei radiocronisti che sapevano farti vedere la partita (i recenti Mondiali invece, pur vedendoli in televisione, ogni tanto dovevo togliere l'audio, talmente sentivo soltanto il monotono accento del telecronista). E questo è vero in generale delle buone trasmissioni alla radio: la capacità, di chi conduce un programma, di farti visualizzare un evento, un'azione, dei personaggi dentro un aneddoto (a parte i programmi più idioti, prolissi, parolieri, incolti, che riconosci immediatamente dall'uso di espressioni tipo: "per quanto riguarda" -"e adesso sentiremo, per quanto riguarda i Rolling Stones ..." - programmi  che vengono seguiti unicamente da chi nell'idiozia paroliera si rispecchia).

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