domenica 6 luglio 2014

Gomorra contro Gomorra. Ancora sulla spiegazione



Semplicemente una rima: Gomorra/Camorra. Ma la scelta è arbitraria. Se l’autore, come ci si aspetta, ha tenuto presente la Bibbia e i suoi vari riferimenti a Gomorra, a quale Gomorra allude? Alla prospera Gomorra (ormai un pallido ricordo) un po' prima della sua distruzione? Oppure a Gomorra nell'attimo stesso in cui viene distrutta e annientata da un apocalittico fuoco divino che si abbatte sulla perversione e corruzione di tutti i suoi abitanti? (è noto il "giochetto" che Abramo propone a Dio sul numero effettivo dei perversi e corrotti esistenti a Sodoma, città gemellata con Gomorra). Oppure allude alla città già ormai distrutta e materialmente inesistente, come è appunto il caso di quasi tutti i
riferimenti delle Sacre Scritture, un deserto, un exemplum evitandum, un esempio che i popoli a venire dovranno per sempre evitare? O invece si riferisce a tutte queste cose insieme? E come sarà allora possibile una Gomorra fiorente e deserta nello stesso tempo. Un ossimoro? Metaforicamente? Un'oasi? Perché si fa letteratura, o meglio, perché si scrivono libri?

In realtà il libro di Saviano è tutto meno che un romanzo. Del romanzo ha solo una denominazione di origine non controllata, come certe etichette più che fasulle: la sua sostanza (che dovrebbe coincidere con la sua forma) è quella del saggio-inchiesta, ma con alcune concessioni al noir mediterraneo: il reale e la maschera, un po' come quando a carnevale una bambina si mette il costume da fatina e la prima cosa che si vede sono le scarpe da ginnastica, il raso si vede o non si vede, a seconda di dove si guarda.

Nessun romanzo può porsi in un'ottica della spiegazione. Può farlo, è ovvio: solo che non è un romanzo: oppure si autonomina, si autodefinisce romanzo, con la pretesa di essere anche un capolavoro. Che è come dire che se uno si traveste da regina, mettiamo da Elisabetta II, finisce col credere di esserlo veramente - la più grande diva, tra l'altro, dei nostri tempi (bisognerebbe sfidare una qualsiasi Belen o un qualsiasi Brad Pitt o una qualsiasi Sofia Loren a produrre altrettanta tensione e attenzione ed eccitazione di quella che si produce quando appare improvvisamente in una sala o in un raduno o nel corso di una celebrazione nel suo paese o all'estero questa monarca ottantasettenne pro-pronipote della reginaVittoria, perfino quando indossa un semplice vestitino a fiori, come una decisa e pratica massaia, e attorno non si vedono che teste che si chinano e non si sente sussurrare altro che "your Majesty" (durante i festeggiamenti del D-Day in Normandia a Parigi era pieno di ragazzi che intervistati uno dopo l'altro dicevano più o meno la stessa cosa, di non essere venuti né per Hollande né per la Merkel né per Obama, ma unicamente per vedere la vecchia regina, e che avendola vista ne avevano ricevuto un'emozione eccetera).

 Si tenta in effetti inutilmente, inefficacemente, una spiegazione del fenomeno camorristico.

 Vedi ancora Wittgenstein sulla spiegazione, in una delle sue note al Ramo d’oro di Frazer:

“Frazer è più selvaggio della maggior parte dei suoi selvaggi, poiché questi non sarebbero così distanti dalla comprensione di un fatto spirituale quanto lo è invece un inglese del XX secolo. Le sue spiegazioni delle pratiche primitive sono più rozze del senso di queste pratiche stesse”.

La scelta del titolo è giustificata soltanto da ragioni di mercato, che si sono rivelate fondate. Tanto che ormai (ciò vale anche per la recente fiction, nata da un’idea dell’autore) si è arrivati al paradosso che i personaggi della malavita potrebbero essere autorizzati a chiedere un'equa distribuzione dell'ingente bottino derivante dai vari diritti d’autore e di produzione.

Napoli - foto: Damirux - Wikipedia

Di Gomorra, nella Bibbia - a parte un passo di Genesi, sottinteso poi in tutti gli altri passi, di città cioè un tempo fiorente e gradita a Dio, e sempre in comunione con Sodoma – si accenna come a una città ormai distrutta, inesistente, a differenza delle ricche economie sommerse dei territori di cui si parla nel best seller di Saviano. Sarebbe stato quindi giusto intitolare il libro, il film e la fiction non “Gomorra” ma Babilonia:

Babilonia, lo splemdore dei regni,
la superba bellezza dei Caldei,
sarà come Sodoma e Gomorra quando Dio le distrusse (Isaia 13:19)

tanto più che i campani in generale (nonostante tutta un'idea di decadenza e corruzione che si vorrebbe implicita nel fenomeno "Gomorra") e in particolare i napoletani (è un fatto di lingua che modella i corpi), quando ci si viene a contatto risultano poi, come Babilonia, di un solare splendore.
 
Oppure si sarebbe dovuto attendere la completa distruzione economica del Casertano e di Napoli prima di spingersi a chiamare l’intero fenomeno “Gomorra”; distruzione che appare ancora molto distante e sicuramente sopravviverà a quasi tutti gli altri fenomeni economici gomorresi del resto dell’Italia e del mondo;

Vere Gomorre contemporanee già distrutte e di cui nessuno si è accorto.

Oppure si sarebbe dovuto aspettare che i vincitori togliessero prima il disturbo:

I vincitori presero tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra, tutti i loro viveri e se ne andarono (Genesi 14:11).

Il peccato di Gomorra, nella Bibbia, non viene quantificato:  non nei termini cari alle profittevoli statistiche di mercato; si allude invece a una sua pesantezza:

Il Signore disse: "Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto  g r a v e  ... (Genesi 18:20).

Se si stilasse una statistica dei peccati e perversioni degli italiani (nelle camere da letto ma anche quando l'estate se ne vanno in vacanza e rompono i c. con i loro allarmi antifurto a chi non parte), se li si confrontasse con quelli di questa ipotetica Gomorra, se li si mettesse su due piatti di una bilancia, allora “Gomorra” (che ha la sua innegabile parte di peccati), se si esclude il più macroscopico fenomeno criminoso, peserebbe sul suo piatto come una piuma; e “Gomorra” (il libro e il fenomeno a cui si allude) non sarebbe più Gomorra  mentre ciò che adesso non appare come Gomorra sarebbe Gomorra.

Se anche si volesse prendere alla lettera un passo del Deuteronomio (ma i profeti, più sensibili alla metafora, si ribellerebbero):

ma la loro vigna viene dalla vigna di Sodoma
e dalle campagne di Gomorra;
e le loro uve sono uve avvelenate
e i loro grappoli, amari (Deuteronomio 32:32).

bisognerebbe allora ammettere che l’inquinamento dei territori dell’ipotetica “Gomorra” arriva dall’esterno (rifiuti tossici), per tensioni puramente esterne e antiche, proprie di quel capitale di cui tutti, dovunque, beneficiamo: traiamo beneficio tutti esattamente come dalla sabbia traggono beneficio gli struzzi, niente quindi a che fare con un avvelenamento endemico, o divenuto tipico di questo fenomeno malavitoso in seguito a una sua ipotetica distruzione da parte di Dio, che come si è visto non ha distrutto un bel niente: non è “Gomorra” (qualsiasi cosa l'allegra brigata degli affaristi dell'editoria e delle produzioni televive intendono con questa denominazione di origine "non controllata"), non è il fenomeno o il territorio che produce se stesso come terra o atmosfera appestata, città della perversione su cui cade la maledizione divina.

Ci sarebbe da chiedersi (cosa che effettivamente facevo quando leggevo con un certo interesse, per via soprattutto della terminologia, il best seller di Saviano - e per lo stesso meccanismo per cui conoscendo a menadito le borgate romane e la terminologia della sua vecchia e nuova malavita me ne sento meno attratto) e visto che tutto ciò che si dice di Sodoma fa pensare pure a Gomorra (o lo si deve pensare anche di Gomorra), ci sarebbe da chiedersi: chi sarebbe Abramo nel libro di Saviano? Chi sarebbe il buon Lot e sua moglie trasformata in statua di sale? Chi sarebbero i due angeli viaggiatori e provocatori che arrivano a Sodoma e che dopo Sodoma, se ne avessero avuto il tempo si sarebbero diretti pure nella vicina Gomorra?  Quali sarebbero gli abitanti di Sodoma che vogliono approfittare sessualmente (cognoscere, dice la Vulgata) dei due stranieri/angeli e che senza'altro i gomorriti avrebberro voluto conoscere allo stesso modo se solo ne avessero avuto il tempo?

Sesso come conoscenza? O conoscenza come sesso?

Inoltre chi sarebbe Dio? L’autore? O il sub-autore?




 





 

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