mercoledì 9 luglio 2014

i sessantottini e l'epistassi



Il direttore di un giornale italiano on line, un ex sessantottina che adesso va giustamente a braccetto con i potenti della terra (leggi Arianna Huffington), vuol far capire al suo pubblico di twittisti e feisbucchisti, che lei è colta, che il suo giornaletto usa termini difficili, che il livello del suo impegno insomma è più elevato di quello che ci si era sempre immaginati, considerate tutte le foto di Belen e robaccia simile che ha fatto pubblicare fin qui. Utilizza, già nel titolo, a proposito dell’ispezione sul cadavere della povera Yara, il termine epistassi - da non confondersi con epistasi, che non c'azzecca niente, o, per restare in campo ematico e tanatologico, da non confondere con ipostasi, quegli arrossamenti dell'epidermide che incuriosiscono e inquietano chi per la prima volta assiste a un esame autoptico, o per dirla più volgarmente a un’autopsia. A differenza di lei, che un’autopsia non l’ha mai vista eseguire, che se ne sta a pontificare tutto il giorno dal suo ufficio, a dare e darsi l’impressione di essere intelligente, a illudersi di sapere qualcosa della vita. Che, duole dirlo - dirlo a me stesso, che sono molto più giovane - alla sua veneranda età non sa ancora cosa sia. E si serve, di conseguenza, di questi termini non tanto difficili quanto immemorabili, e lo fa sempre spiaccicandoti in faccia questi titoloni a caratteri cubitali, che di questo giornale sono il segno più evidente del ruolo etico che s'è scelto.

E in effetti, leggere epistassi, e leggerlo a caratteri giganteschi, bisogna ammettere che fa una certa impressione, e la fa senz'altro a me, che ormai qualcosina di greco dovrei masticare (anche se poi non mi pare si conoscano esempi di questo composto nell’antichità, quando sicuramente si sarebbe usato il più concreto στάξις ἀπὸ ῥινῶν αἵματος, cioè gocciolamento dal naso, come fa Ippocrate qui e lì nei suoi testi, e come farebbero ancora tutte le persone di buon senso). E’ quindi questa epistassi, questa brutta formazione del latino medievale (che a vederla stampata così in grande mi fa sorridere) non è altro, alla fine, che un urlo sterile lanciato da un compartimento stagno all'altro: gli strilloni e megafonisti di un tempo promossi ai piani alti: CI SONO ANCH’IO COL MIO GIORNALE! CI SONO ANCH’IO, GIULIANO!

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