mercoledì 30 luglio 2014

la rai e il quadrato rotondo



Mi chiedono gli amici perché non guardo la televisione italiana. In effetti guardo al massimo la BBC, e solo quando non sono in Italia, perché in Italia non ho il televisore, e così evito di prendere due piccioni con una fava: la stupidità e anche la pubblicità della RAI.

C’è però soprattutto un motivo formale per cui non guardo la televisione italiana, Rai e compagniam bellam: una ragione connessa con la logica matematica, col calcolo proposizionale: la questione cioè del quadrato rotondo, per come veniva posta nei Principia Mathematica.

Scriveva Bertrand Russell insieme al suo maestro Alfred Whitehead, nel primo volume, capitolo terzo, dei Principia, del 1910:

Whenever the grammatical subject of a pro position can be supposed not to exist without rendering the proposition meaningless, it is plain that the grammatical subject is not a proper name, i.e. not a proper name directly representing some object. Thus in all such cases, the proposition must be capable of being so analysed that what was the grammatical subject shall have disappeared.

In altre parole, se io suppongo che il soggetto di una frase non esiste e se avendo fatto questo la frase in questione continua ad avere senso, allora quel soggetto non rappresenta nessun oggetto.

Così, nella proposizione “la Rai fa vomitare”, se io suppongo  che il soggetto, cioè la RAI, non esiste, quella frase ha ancora un senso (in effetti la RAI fa vomitare proprio perché non esiste). Se dico perciò "la RAI non esiste",  posso sostituire, come primo tentativo di analisi: “è falso che esiste un oggetto che si chiami RAI”.

Pertanto, perché dovrei guardare qualcosa che non esiste?

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