martedì 8 luglio 2014

la stupidità aiuta gli audaci



Non so quanto la fortuna aiuti gli audaci, di certo l’audacia impressiona gli stupidi.

La fortuna (nel bene o nel male) non è altro che il verificarsi di un evento inatteso. E’ inatteso perché non vengono previste tutte le possibilità. Maggiore è l’esperienza minore la possibilità che si parli di fortuna.

Un errore logico tradurre in Aristotele δύναμις (forza) con effetto, nella frase: αἱ γὰρ πολλαὶ μνῆμαι τοῦ αὐτοῦ πράγματος μιᾶς ἐμπειρίας δύναμιν ἀποτελοῦσιν (molti ricordi di uno stesso fatto realizzano la  f o r z a  di  u n a  esperienza). E in effetti sarebbe come invertire l’ordine della formula di Newton, F = ma, come se scrivessi: ma = F - la seconda forma è già derivazione di un processo logico. A chi sarebbe mai venuto in mente il chiedersi: vorrei sapere quanto mi dà il moltiplicare la massa per l’accelerazione?

Ciò che mi interessa è partire dall’intuitivo: il misurare l’intensità di una forza che osservo agire, fosse anche la caduta della mela sulla testa di Newton. Così potrò chiedermi che effetto può avere l’esperienza soltanto dopo aver fornito o riconosciuto all’esperienza una capacità, una forza di modificazione.

La fa ancora più distante dal vaso chi traduce il semplice forza di una esperienza con possibilità di compiere un'unica esperienza. Qui la forza dell'esperienza è andata completamente a farsi friggere, è diventata la forza dell'arbitrio di chi traduce.

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