Il migliore c’ha la zella, nel senso di sporcizia,
tigna, quindi miseria, lo stesso significato a Roma
come a Napoli, e a Roma significa anche sfortuna, jella – che zella! che sfortuna! Ma a Napoli significa
anche calvizie – ten a zell! è calvo!
Così, a Roma, vale paradossalmente
anche pidocchioso – i capelli sono il
posto dove i pidocchi attecchiscono. Con riferimento quindi ancora a testa, capo, non però nel senso che potevano avere anticamente, in Eraclito,
per esempio, che rimanda piuttosto alla capacità intellettiva. Vedi il noto frammento in cui è questione di Omero e i pidocchi e l’indovinello
che gli posero dei ragazzini:
e dice
(Eraclito) che “s’ingannano gli uomini nella conoscenza delle cose evidenti
alla maniera di Omero, che fu il più sapiente tra gli Elleni. Alcuni bambini
infatti che stavano uccidendo dei pidocchi lo ingannarono, gli dissero: ciò che sappiamo e prendiamo lo lasciamo, ciò che non sappiamo né prendiamo lo portiamo".
ἐξηπάτηνται>,
φησίν, οἱ <ἄνθρωποι πρὸς τὴν γνῶσιν τῶν φανερῶν παραπλησίως Ὁμήρωι, ὃς
ἐγένετο τῶν Ἑλλήνων σοφώτερος πάντων. ἐκεῖνόν τε γὰρ παῖδες φθεῖρας κατακτείνοντες ἐξηπάτησαν εἰπόντες· ὅσα εἴδομεν καὶ ἐλάβομεν, ταῦτα ἀπολείπομεν, ὅσα δὲ οὔτε εἴδομεν οὔτ' ἐλάβομεν, ταῦτα φέρομεν.
“preso”m nel
doppio significato di prendere (i pidocchi) e apprendere - e vedi sul relativismo di Eraclito quanto accennato altrove.
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