Così in Chionide - secondo Aristotele uno degli iniziatori della commedia attica - un padre porta come buon esempio al figlio tutti quegli altri ragazzi che corrono ad arruolarsi:
πολλοὺς ἐγᾦδα κοὐ κατὰ σὲ νεανίας
φρουροῦντας
ἀτεχνῶς
κἀν
σάμακι
κοιμωμένους. (fr. 1)
ne conosco di ragazzi che al contrario di te
fanno semplicemente buona guardia e che come letto hanno una stuoia.
E così ancora Aristofane una sessantina d'anni dopo, nel grandioso
inizio delle Nuvole: Strepsiade che si sveglia spesso la notte col
pensiero dei debiti, mentre il figlio, nella stessa stanza, dorme tranquillo, e sogna e parla nel sonno di cavalli e corse, sogna lo stadio:
ἀλλ΄ οὐδ΄ ὁ χρηστὸς οὑτοσὶ νεανίας
ἐγείρεται τῆς νυκτός͵ ἀλλὰ πέρδεται
ἐν πέντε σισύραις ἐγκεκορδυλημένος. (8-10)
ma nemmeno questo santarello di mio figlio
si sveglia la notte e anzi non fa che scorreggiare
tutto avvolto in cinque coperte di lana.
Non alcune coperte ma cinque: interessato com'è giustamente al borsellino, ai conti di casa.
Non alcune coperte ma cinque: interessato com'è giustamente al borsellino, ai conti di casa.
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