sempre la conseguenza di un
più generale errore strategico. Ma fu errore tattico, nel 480 a.C., mettere a
guardia delle alture e dei sentieri sovrastanti questo (allora) stretto passaggio
tra il golfo Maliaco e il monte Eta proprio quei
Focesi che più di altri avrebbero dovuto conoscere la regione; i quali, viene
da pensare, se non furono dei classici idioti, di sicuro si addormentarono nel
momento più critico; e avrebbero forse servito meglio la causa comune se
fossero rimasti a valle a farsi i bagni nelle acque sulfuree da cui le
Termopili prendevano il nome. Né a rigore vanno esclusi altri errori
tattici di Leonida, che coi suoi trecento "ragazzi", se disposti nei punti
cardine e grazie alle angustie del luogo, avrebbe tranquillamente potuto mettere
in crisi le numericamente superiori forze persiane e impedirne addirittura
l’avanzata - dice tra l’altro Erodoto che il punto più disagevole non era il
passo in sé, dove erano ammassati i trecento di Leonida, e che le strettoie si
trovano più avanti e più indietro rispetto alla posizione dove anticamente la
porta era stata ricavata nel muro di sbarramento (οὐ μέντοι κατὰ τοῦτό γε ἐστὶ τὸ στεινότατον τῆς χώρης τῆς ἄλλης, ἀλλ' ἔμπροςθέ τε Θερμοπυλέων καὶ ὄπισθε). Lo sesso dicasi di tutte le volte che alle Termopili furono commessi errori strategici o tattici, l'unica ragione per cui si sarebbero per sempre meritate la fama di luogo non facilmente
difendibile (i Galli di Brenno tre secoli dopo Leonida, e ancora nel 1821 il
misero tentativo di fermare gli Ottomani nella guerra d'indipendenza greca, e
infine l'avanzata tedesca contro i neozelandesi nella seconda guerra mondiale),
nonostante in effetti il passo presenti innegabili punti scoperti. E dove invece non
si sono commessi errori tattici (non a caso con i Romani - le truppe di Marco
Acilio Glabrone contro il siriaco Antioco) le cose sono andate diversamente.
Più in generale, e
come gli eventi storici hanno sempre mostrato, non esiste superiorità numerica che possa
dirsi vincente se a contrastarla c'è un manipolo di
uomini guidati con cognizione di causa;
ossia: non esiste manipolo di uomini che per quanto piccolo non riesca a non
tenere sotto scacco un intero esercito (che è poi quanto insegnano, da che
mondo è mondo, tutte le azioni di guerriglia ben congegnate). Se essere quindi
all'altezza di un compito è un fatto ineludibile quando si abbia di mira il
contrario del dilettantismo, non lo sarà mai abbastanza in quelle situazioni in
cui il nemico incombe. Non è un caso che Socrate, che nascerà undici anni dopo
la battaglia delle Termopili, e che di guerra e dei meccanismi della politica
finirà per intendendersi più di tanti altri, dica nei Memorabilia,
a un Glaucone che appena ventenne voleva a tutti i costi essere considerato uno
dei capi di Atene - nonostante che amici e parenti, tra cui Platone, avessero cercato
in ogni modo di dissuaderlo e fosse già stato letteralmente trascinato giù
dalla tribuna degli oratori e deriso da tutta l’assemblea, sicuramente per aver
detto una qualche sproposito con l’entusiasmo di un ragazzo - non è un
caso che nei Memorabilia di Senofonte Socrate gli dica: vedi che non ti succeda il contrario di quello che vuoi ottenere, così
come capita a tutti coloro che mirano a primeggiare in qualcosa senza avere la
preparazione necessaria.
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