sabato 7 dicembre 2013

il sesso, gli istituti di sondaggi e la paralisi del capitale




Charcot presenta il caso della grande isteria
                                          
Uno dei grandi meriti dell'industria sondaggistica è l’avere insegnato al mondo che il maschio pensa al sesso ogni due minuti. Si potrebbe intitolare - questo capitoletto della storia dell’umanità - il dramma vero del capitale, oppure la catastrofe del capitale, perché c’è da supporre, anzi da credere, che ogni volta che il maschio pensa al sesso,
pensi a tutto meno che a produrre - sempre che non si intenda per produzione anche il seme inutilmente versato. E non saprei nemmeno se sia mai stata in effetti quantizzata la perdita in entrambi i casi: quella del capitale e quella del seme (quest’ultima farebbe addirittura pensare all’antica pratica giudaica del Levirato, che prevedeva che se una donna rimaneva vedova e senza prole doveva sposare il fratello del marito, e il figlio che ne sarebbe nato sarebbe stato considerato legalmente figlio del morto e si sarebbe così impedita l’alienazione delle terre; pratica alla quale si rifiutò di sottomettersi Onan, che preferiva disperdere il seme a terra piuttosto che dare un erede al fratello morto, metodo anticoncezionale per eccellenza in mancanza di budelli di capra).

In realtà, per onanismo oggi si intende esclusivamente la masturbazione maschile. E mi viene da pensare a un'opera del grande medico Rufo di Efeso, vissuto verso la fine del I secolo d.C., i cui lavori (quel poco che ci è rimasto) mostrano di non aver nulla da invidiare alle ricerche dei più grandi diagnostici dei nostri giorni: pagine e pagine mirate a esporre, con una capacità analitica di sicuro stampo aristotelico, i risultati di un’attenta, acuta, intelligente osservazione del corpo umano (degli schiavi e delle scimmie) e delle sue patologie interne e esterne, e delle sue disfunzioni o anche felicità, a seconda dei punti di vista. Dice per esempio all’inizio di un suo scritto sulla satiriasi e la gonorrea – cito a memoria (e mi pare che le prime due o tre parole, per una lacuna dei manoscritti, siano state facilmente e giustamente integrate):

Ἄνθρωπός τις ἦν] ᾧ τὸ αἰδοῖον ἐπάλλετο

C’era un uomo al quale il membro tremava

Per far capire cosa sia questo tremore, Rufo aggiunge che è simile al tremore delle labbra, delle palpebre, delle mani delle dita ...

Per un moderno sarebbe difficile intendere il fenomeno senza immaginare nel malato una sorta di atteggiamento battagliero, un uomo sempre pronto, sempr lancia in resta, un'erezione (o semi-erezione) a oltranza, un po’ come quella diciamo del maschio che pensa ogni due minuti al sesso.

Ma ammettiamo pure che una loro forza scientifica questi sondaggi, profumatamente pagati, ce l'abbiano; resta il fatto che - a parte una perdita immediata di un granello di capitale quando il bancario o l’impiegato o l’operaio non producono, quando si dedicano per qualche minuto al piacere (fosse anche con la fantasia), resta il fatto che non si capisce in che consisterebbe il problema, e perché i sondaggi la facciano tanto lunga. A meno che ovviamente non si valuti la posizione degli istituti demoscopici, che è sempre stata quella del capitale e del padrone. Per quale vera ragione il capitale finanzia simili sondaggi? Che pericolo sospetterebbe al di là della perdita di alcune briciole? Il capitale sospetta, non a torto, che all’attività erotica svolta al di fuori del tempo che ha così benevolmente concesso allo schiavo, appartenga una sorta di fissità tipica dell’isteria (anzi della grande isteria, come l'avrebbe chiamata Charcot, il maestro di Freud). Lo stesso Rufo di Efeso non saprebbe come dargli torto. Dopo aver analizzato, in questo suo scritto sulla satiriasi, i vari aspetti anatomici e fisiologici, e dopo avere messo la “malattia” in relazione con un certo condotto spermatico, di cui aveva già osservato un'attività spasmodica nel corso di un intervento chirurgicco, si dice così convinto che sia proprio questo il condotto responsabile della satiriasi, della fissazione, che potrebbe dimostrare che se il chirurgo legasse e bloccasse il canale la satiriasi sparirebbe ma il malato potrebbe morire in preda a incredibili convulsioni. Che è poi appunto quanto teme il capitale: che cioè a lungo andare la situazione si cronicizzi e che il risultato sia un blocco perenne. Altro che briciole! In questo d’altronde anche Rufo sembra essere d’accordo e riconsoce l’importanza del concetto di tensione, nel copulare:

“se è vero", dice, "che anche nelle sensazioni causate dai piaceri dell’amore c’è qualcosa di intimamente legato alla paralisi e allo spasmo” (εἴ γε μὴν ἐν τοῖς περὶ τὰ ἀφροδίσια πάθεσιν ἢ παραλύεταί τι ἢ σπᾶται).

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