venerdì 30 agosto 2013

Lapidazione e carezze. Contrasto e contraddizione.


Ciò che distingue questi due giudizi della percezione  - contrasto e contraddizione - è che nel primo caso vi è un rafforzamento e un gradimento, nel secondo una difficoltà, un imbarazzo, uno scandalo. Paradossalmente, la cosiddetta pietra dello scandalo, che sarebbe un semplice
pleonasmo (in origine scandalon non è altro che un ostacolo, un inciampo, un'insidia) non presenterebbe termini oppositivi su cui poter fondare un giudizio di contraddizione: la percezione fonda cioè questo tipo di giudizio soltanto sull'apparenza o illusione di una contraddizione. Questo fatto risulta evidente quando la pietra dello scandalo (uomo o donna) viene opposta allo strumento della lapidazione, alla pietra, al gesto collettivo di eliminazione del nemico morale,  a un oggetto solo apparentemente contraddittorio, perché in realtà omologo allo stesso scandalo: scandalon è di necessità semanticamente affine a pietra: è sia quella pietra che ci si trova improvvisamente tra i piedi e nella quale l'individuo (il bene) inciampa sia quella pietra che a sua volta, nell'atto della lapidazione, va a colpirla: va a colpire la pietra dello scandalo. C’è quindi non contraddizione dei campi semantici: è pietra accanto a pietra, e soltanto sul piano ideologico sarà pietra contro pietra (a fondamento dell'istituto della lapidazione o di qualsiasi altro mezzo alternativo, comprese sedia elettrica camera a gas e iniezione letale, c'è evidentemente la religiosa necessità di non toccare, di evitare il contatto diretto con la persona da sopprimere, di vedersi non contaminati da un omicidio che si sta commettendo nell'assoluto terrore: nel terrore di una sempre possibile nemesi e vendetta divina, una possibilità, tra l'altro, non eludibile nemmeno servendosi di uno strumento, in questo caso la pietra, servendosene sacrilegamente se il Dio nella Sacra Scrittura viene detto anche pietra; ed è lo stesso meccanismo che muove il branco, o che è sottostante a altre forme di linciaggio, anche metaforiche - si crede che il numero, il numero della folla, confonda lo sguardo di Dio).

Il contrasto invece è dalla parte del benessere, del godimento, dell’arte non faticosa, di un’arte colta e in fin dei conti borghese o piccolo-borghese, rassicurante. Si vedano gli esempi di Kant nella Anthropologie in Pragmatischer Hinsicht, dove è contrasto un pezzo di terra ben coltivato nel deserto (si sa quanto un’oasi è rassicurante e quanto lo sguardo si riposi più che affaticarsi), ed è contrasto lo splendore di una reggia paragonata alla semplicità di vita di un contadino (quando ovviamente non si sia fatta la vita di un contadino e non ci si spezzi in quel modo la schiena, almeno come era ai tempi di Kant e fino a una quarantina di anni fa). È contraddizione invece una dama splendidamente acconciata e adorna di gioielli e che nello stesso tempo si metta delle vesti sudicie: oppure, nella casa di un magnate, che vi siano tavole riccamente imbandite e numerosi camerieri che servono portando ai piedi vergognosamente dei sandali. Kant non lo dice ma c’è da immaginare a piedi nudi, e magari con le tipiche caccole di sporcizia tra le dita:

"wie ehemals bei einem polnischen Magnaten, verschwenderisch besetzte Tafeln und dabei zahlreiche Aufwärter, aber in verschwenderisch besetzte Tafeln und dabei zahlreiche Aufwärter, aber in Bastschuhen, stehen nicht im Contrast, sondern im Widerspruch".

Si tratta dello stesso principio che regola l’uso dell’ossimoro, che andrebbe considerato una forma di ironia: la mente fa fatica in un primo momento a cogliere i due concetti contraddittori che si vorrebbero riuniti in uno solo (le due facce di una stessa medaglia). È per questo che una letteratura rassicurante alla fine annoia e raramente resiste al tempo; ed è vero il contrario: che dovunque c’è ironia, tentativo di rottura, di iniziale affaticamento del lettore (a cui basta d’altronde una certa abitudine) lì c’è anche possibilità di durata, almeno nei termini dei quattro miliardi e mezzo di anni che ancora restano alla Terra. Poi tutto sarà di nuovo riappianato.





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