lunedì 17 febbraio 2014

Eutanasia e convulsioni


Maderno: Martirio s.Cecilia - photo: S. Bertrand dal Paris - Wikipedia


Il primo riferimento all'eutanasia (alla buona morte) nella letteratura greca dovrebbe trovarsi, se non vado errato, in
Eschilo, nell'Agamennone, le parole di Cassandra che si avvia a entrare nel palazzo per essere ammazzata da Clitennestra:

E queste porte invoco
(che per me sono ormai le porte dell'Ade):
che io riceva un colpo secco
e senza dolore chiuda questi occhi
mentre scorre via
un sangue di buona morte.

Ἅιδου πύλας δὲ τάσδ' ἐγὼ προσεννέπω·
ἐπεύχομαι δὲ καιρίας πληγῆς τυχεῖν,
ὡς ἀσφάδᾳστος, αἱμάτων εὐθνησίμων
ἀπορρυέντων, ὄμμα συμβάλω τόδε. (vv. 1291-94)

Non è ancora il nome (eutanasia): si usa prima di tutto l'aggettivo euthnésimos (εὐθνήσιμος), in questo caso riferito al sangue, il sangue di buona morte.

ἀ σ φ ά δ ᾳ σ τ ο ς - che sarebbe senza spasmi - preferisco renderlo con senza dolore: spasmi ricorda in effetti alcuni eccessi della pietà popolare cattolica, quali si osservavano ad esempio in pieno Seicento, quando la Chiesa dovette vietare parecchie feste e celebrazioni in onore della Vergine (la Vergine dei sette spasmi invece che dei sette dolori, in Spagna mi pare; giustamente inimmaginabile la madre di Dio davanti alla croce che si abbandona a furiose convulsioni - perfino Mel Gibson nel suo film l'ha capito).

Ci sarebbe, nello stesso periodo, un frammento di Cratino, il commediografo, l'uso dell'avverbio: con buona morte (εὐθανάτως). 


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