domenica 16 febbraio 2014

Le ingorde fauci del mare






Crinagora. Poeta greco di Mitilene che alla morte di Cesare, nel 44, aveva meno di trent’anni. Non un grande poeta, ma in alcuni versi appare sensibile al mondo dei
lavoratori (e per riflesso ci indica le ingorde fauci del capitalismo), come nell’epigramma in cui descrive la morte di una filatrice (χερνῆτις è in greco filatrice a giornata), che traduco un po’ liberamente:

lavando una filatrice una veste
poco sopra uno scoglio bagnato,
un’onda si abbatte e se la porta via.
La povera beve acqua di amara morte.
Chi mai allora potrebbe,
muovendosi su una nave,
aver fiducia nel libero mare?

Sarebbe quasi superfluo ricordare la nota immagine della nave metafora dello Stato.

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