domenica 8 febbraio 2015

amata Giordania in guerra

اننا  في حرب هي حربنا

siamo in guerra, è la nostra guerra.

E' quanto ha dichiarato in queste ore Mansour Salem Al Jabour, capo dell'aviazione giordana, che da giorni bombarda senza interruzione le forze del "Califfato". Le immagini del pilota giordano che prende fuoco all'interno di una gabbia sono un orrore davanti al quale nemmeno il mondo arabo può più far finta di niente. E ha aggiunto Mansour:

دفاعا عن وطننا وعن ديننا

a difesa del nostro paese e della nostra religione.

Difficile pensare a una soluzione "radicale" in un simile delirante contesto religioso-ideologico - "una banda di terroristi" (عصابة الارهابية) "che ha distorto la nostra religione", dice Mansour - ma è ugualmente difficile immaginare una qualsiasi
altra soluzione che non arrivi direttamente dal mondo arabo (che bisogna dire ha sempre tenuto una posizione ambigua su tutta la questione, e fin dai tempi in cui l'America armava la jihad nel suo insieme, da cui poi è derivata Al-Quaida e da Al-Quaida queste sue ultime costole).

Ma il caso della Giordiania è diverso. E' un paese dove (da occidentale che conosce un tantino l'arabo e ama il mondo arabo) mi piacerebbe vivere: un paese "tollerante" (il che ha un suo senso in una nazione dove gli usi religiosi restano importanti), dove perfino l'omosessualità non è considerata reato. Alla guida del paese un uomo: Abdullah II, che se pure meno illuminato e lungimirante del padre può essere considerato, all'interno almeno del consesso arabo, un giusto, nonostante le accuse che gli vengono mosse sulle poche conscessioni alla libertà di parola e il brutto, vergognoso caso dell'arresto di Toujan al-Faisal, prima donna eletta nel parlamento giordano (una più grossa macchia è in realtà il fatto che il suo nome sia nella famosa lista nera dei clienti della filiale svizzera dell'HSBC, accanto ai nomi di osceni evasori fiscali e dittatori e capid di stato accumulatori di tesori). Ma la dura reazione di Abdullah II contro il "Califfato" può essere per ora vista nella prospettiva tutta estetica dell'uomo giusto, che dovrebbe essere giusto, che riceve un torto (basterebbe vedere il suo immediato rientro dagli USA, la maniera in cui ha posto termine alla sua visita ufficilae). L'uomo giusto (o quasi giusto) "non va stuzzicato troppo", così come è ricordato in Proverbi 17:26:

גם ענוש לצדיק לא־טוב להכות נדיבים על־ישר׃

e inoltre non punire il giusto né il generoso (il principe) per aver fatto il bene.



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