Clolui che viene considerato il pioniere dei blogger, un certo Andrew Sullivan, avrebbe finalmente "gettato la spugna", avrebbe deciso di considerare chiusa la sua esperienza di blogger. "Voglio tornare a vivere", avrebbe detto.
Il verbo "tornare" implica il desiderio di ritrovarsi in un luogo o in una condizione che abbiamo per un qualche motivo abbandonato. A seguire quindi il suo "ragionamento", c'era un periodo in cui
questo Sullivan "viveva". E qual era questa vita? "gay dichiarato" era addirittura un "thatcheriano", per di più "sieropositivo" (non si sa quanti ospedali ha fatto chiudere la Thatcher in Gran Bretagna), diventato poi "neo-con" e infine "transfuga nelle file democratiche" (in Anerica, si capisce).
Ma ammettiamo pure che riesca a "tornare" a vivere in un passato in cui non c'è più posto per tutta quella robaccia che ha concorso a definrilo, tornerà pur sempre a "vivere" con il bel malloppo in banca, accumulato con la tanto schifata professione di blogger, a toccare i suoi amici, la sua famiglia, a ridere e scherzare. E visto che con la sua testata on line - The Dish (sostituendo alla "d" una certa lettera, un'altra dentale, e anagrammando si ottiene un ottimo pasto di ristorante on line - visto che con trentamila abbonati avrebbe incassato circa un milione di dollari, può tornare tranquillamente a "vivere", a farsi amministrare cioè il malloppo dalle gang di post yuppies eredi di quelle gang tanto care e grate alla Thatcher, e a Reagan e al neoliberismo, e così bene rappresentate nel libro di Bret Easton Ellis, American Psyco. E gli interessi che frutteranno col malloppo, potrà devolverli in America, se non è un ingrato, alla destra religiosa più "equilibrata", con la quale i neo-con hanno sempre fatto, tacitamente, pappa e ciccia (non potendo sottrarsi alla veridicità dell'analisi che già aveva fatto Toqueville tra il 1835 e il 1840 nel suo Democrazia in America, di un paese che non si può governare stabilmente se non fidando sul fattore moderatore della religione).
C'è da dire che i neo-con, nei loro giorni più felici sotto le presidenze Reagan e Bush, erano fortemente interventisti, e per disgustose ragioni morali, sobillatori e sostenitori di politiche di morte, e quindi forse qui mi sfugge qualcosa. Questo "ritorno alla vita", vuoi vedere che oltre al cabalistico (non cabarettistico) albero della vita, e all'albero della conoscenza - della conoscenza del bene e del male - c'è un altro albero che l'umanità ingenua alla quale appartengo ha sempre ignorato, l'albero della vita e della morte. Forse ha ragione lui, questo Sullivan: tutte quelle ideologie che seminano morte, alla fine raccolgono vita.
Sarebbe interessante sapere che forma e che sapore hanno i frutti di quest'albero.
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