venerdì 9 gennaio 2015
dubbi sul Manicheismo
Quando in un mondo completamente robotizzato, uno due o cento robot compiono una strage nel campo dei robot avversari, di chi è la colpa? dei robot? degli ingegneri, anche loro robot? è colpa del bene o del male?
giovedì 8 gennaio 2015
Matite in aria distintivo per terra
Tutti alzano le matite in segno di cordoglio, di lutto, per il folle massacro all'interno del settimanale satirico francese. Il problema è che sono stati uccisi anche due poliziotti, ma nessuno alza, che so, la riproduzione di un distintivo di polizia, e nessuno dice: "siamo tutti Ahmed" (il poliziotto freddato sul marciapiede). Ma è sempre così, la manovalenza resta manovalanza.
La stessa cosa quando uccisero Falcone e Borsellino. Sì, si è parlato degli uomini della scorta, ma l'eroe è sempre colui che "pensa". La manovalazna, si sa, è manovalanza, inoltre i poliziotti usano poco la matita.
In molti siti hanno mostrato alcune delle vignette sull'Islam pubblicate da Charlie Hebdo. Una in particolare, su Maometto, era di una provocazione (più che irriverenza) sconcertante: non oso nemmeno descriverla, ma si parla, a proposito del Corano, di escrementi (che si accetti o meno il gioco sul termine che i francesi usano anche in senso figurato, la stessa cosa che fanno gli inglesi e i tedeschi); e almeno in questo caso si è giocato però in maniera altrettanto folle, con un mondo, quello integralista, che non ha mai ragionato, che non ha mai voluto sentire ragioni, e che è accecato da un ideologia di morte più che dai comandamenti di Dio e del Corano. E non oso neanche immaginare la reazione dei cattolici (e non solo integralisti) se il crocifisso in una vignetta venisse paragonato a qualcosa di simile. Da noi non si sarebbero usate le armi, ma il matto lo trovi sempre. Così, quanto affermato da un columnist del Finacial Times (comportamento stupido) non credo sia tanto campato in aria. Salvo che lo chiamerei comportamento leggero suggerito da un'idea molto particolare della libertà di espressione: un sentimento di onnipotenza, cosa tipica di tutto il giornalismo.
La stessa cosa quando uccisero Falcone e Borsellino. Sì, si è parlato degli uomini della scorta, ma l'eroe è sempre colui che "pensa". La manovalazna, si sa, è manovalanza, inoltre i poliziotti usano poco la matita.
In molti siti hanno mostrato alcune delle vignette sull'Islam pubblicate da Charlie Hebdo. Una in particolare, su Maometto, era di una provocazione (più che irriverenza) sconcertante: non oso nemmeno descriverla, ma si parla, a proposito del Corano, di escrementi (che si accetti o meno il gioco sul termine che i francesi usano anche in senso figurato, la stessa cosa che fanno gli inglesi e i tedeschi); e almeno in questo caso si è giocato però in maniera altrettanto folle, con un mondo, quello integralista, che non ha mai ragionato, che non ha mai voluto sentire ragioni, e che è accecato da un ideologia di morte più che dai comandamenti di Dio e del Corano. E non oso neanche immaginare la reazione dei cattolici (e non solo integralisti) se il crocifisso in una vignetta venisse paragonato a qualcosa di simile. Da noi non si sarebbero usate le armi, ma il matto lo trovi sempre. Così, quanto affermato da un columnist del Finacial Times (comportamento stupido) non credo sia tanto campato in aria. Salvo che lo chiamerei comportamento leggero suggerito da un'idea molto particolare della libertà di espressione: un sentimento di onnipotenza, cosa tipica di tutto il giornalismo.
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Il paradosso del paradosso. Gnosi contro gnosi. Ippolito Romano
Tutta la "grande" letteratura cristiana, greca o latina, potrebbe riassumersi nelle parole di Ippolito Romano, nel De epiphania (o teophania - omelia ingiustamente considerata non sua), quando dopo aver descritto Gesù che riceve il battesimo da Giovanni aggiunge ed esclama :
ὦ παραδόξων πραγμάτων
oh fatto paradossale!
Tutta la letteratura cristiana di commento alla Sacra Scrittura, e al Nuovo Testamento in particolare, è un continuo noioso giocare sui paradossi del divino che si farà o si fa o si è fatto umano; migliaia e migliai di pagine, tonnellate di papriri, e in seguito centinaia di migliaia forse milioni di pecore sgozzate nei monasteri - per fare un libro di dimensioni medie non so quante pecore servivano - per ripetere uno stesso concetto sotto immagini differenti: per spiegare l'inspiegabile.
E dice più avanti Ippolito, senza rendersi conto di avviarsi
ὦ παραδόξων πραγμάτων
oh fatto paradossale!
Tutta la letteratura cristiana di commento alla Sacra Scrittura, e al Nuovo Testamento in particolare, è un continuo noioso giocare sui paradossi del divino che si farà o si fa o si è fatto umano; migliaia e migliai di pagine, tonnellate di papriri, e in seguito centinaia di migliaia forse milioni di pecore sgozzate nei monasteri - per fare un libro di dimensioni medie non so quante pecore servivano - per ripetere uno stesso concetto sotto immagini differenti: per spiegare l'inspiegabile.
E dice più avanti Ippolito, senza rendersi conto di avviarsi
gli incappucciati e cappuccetto rosso
petit dictionnaire portatif: incapucciato: chiunque si copre la testa o il viso per non farsi riconoscere perché vigliacco o indottrinato da altri vigliacchi che lo spingono a agire per loro conto, o chiunque si copra completamente la testa o il viso in segno di ossequio alla divinità o per ragioni culturali o per ripararsi dalle intemperie. Sinonimi: vigliacco, vile, ideologizzato, macchina, razzista, violento, maschera di carnevale, freddoloso, monaco, donna afghana. Congrega degli incappucciati che operò negli Stati Uniti in semi-clandestinità dal 1945 al 1965 (web). Aggredito a bastonate alla Balduina, presa la gang degli incappucciati (Repubblica). Maschera Halloween di assassino incappucciato (eBay). Undici monaci incappucciati negli stadi d'Europa (Italia24ore) eccetera
mercoledì 7 gennaio 2015
ancora su Paolo VI: quel viavai di Dio tra paradiso e inferno
Difficile non avvertire l'espressione di un atto di fede nelle parole di soffuso rimprovero che il vecchio e ormai prossimo alla fine Paolo VI (sicuramente il più grande e moderno dei papi del Novecento) sembra rivolgere, quasi disilluso, a Dio nella messa di suffragio per Aldo Moro, a San Giovanni in Laterano: "un sommesso rimprovero che si trasforma subito in un profondo atto di fede", commenta giustamente la voce di un giornalista in un famoso video sull'evento. E difficile non sentirci gli echi di tutto l'Antico Testamento,
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lunedì 5 gennaio 2015
l'amore e il non amore
Ha dichiarato la nipote di Picasso, dopo aver messo in vendita alcuni quadri del nonno per la modica cifra di trecento milioni di dollari (oltre alla villa di Cannes), che quell' "uomo" (Picasso) non era come ci si immagina - cose che d'altronde ha scritto pure in una biografia. "Era un uomo cattivo, inavvicinabile, incapace di amare". E la sua eredità sarebbe stata quindi lasciata "senza amore". A differenza dell'amore che mostra lei, questa Marina Picasso, che invece di donare i quadri alla collettività, renderli fruibili, intascherà i frutti del "non amore".
Questa è una delle ragioni (ingorda ingratitudine) per cui le opere di un grande artista andrebbero immediatamente, alla sua morte, requisite e poste sotto la tutela che spetta loro, esposte nei musei pubblici.
Questa è una delle ragioni (ingorda ingratitudine) per cui le opere di un grande artista andrebbero immediatamente, alla sua morte, requisite e poste sotto la tutela che spetta loro, esposte nei musei pubblici.
domenica 4 gennaio 2015
La Biblioteca di Alessandria: il luogo dell'eccesso
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Alessandria d'Egitto - Biblioteca Alexandrina |
Leggevo su un giornale egiziano che la biblioteca di Alessandria, quella attuale, la Biblioteca Alexandrina, ospiterà una conferenza araba sul tema del contrasto all'estremismo e al terrorismo. تطرف (tatàrruf) è il termine arabo per estremismo, ma viene usato anche in contesti non politici: ad esempio a indicare smodatezza, stravaganza, opulenza, e perfino negligenza, e di conseguenza dissipazione. Dovunque insomma ci sia l'idea di un oltrepassare la misura, moralmente o materialmente. Alcuni di questi significati si trovano pure nell'italiano estremismo, compreso quello politico, che è anzi il primo a cui si pensa. Ma è implicito ancora in opulenza, in negligenza eccetera, per quanto negligenza faccia in un primo tempo pensare a trascuratezza.
Che sia proprio la Biblioteca di Alessandria a organizzare una conferenza del mondo arabo sull'estremismo, sul radicalismo, appare come uno di quei fenomeni intrastorici nei quali si riosserva lo spirito dei luoghi ineluttabilmente all'opera, quando al genio del luogo non si pensava ormai più. Si può dire che la stessa antica biblioteca di Alessandria contenesse già nel suo destino, ben prima della sua fondazione, un iperbolico bisogno di eccedere: era la più grande biblioteca conosciuta dell'antichità e la sua definitiva distruzione, qualunque delle ipotesi si consideri buona, fu di nuovo il segno di un eccesso, che fosse direttamente ideologico (l'editto di Teodosio o l'ordine che avrebbe dato nel VII secolo Umar ibn al-Kattab - il sultano Omar) o conseguenza non voluta di azioni belliche (Cesare). E alla Biblioteca di Alessandria si possono poi attribuire tutte le varie connotazioni dell'arabo tatàrruf: fu una smodata collezione di libri, fu certamente stravagante, per la gran quantità di "cacata carta" che doveva contenere (secondo la descrizione che fa Catullo degli Annali di Volusio), e in questo senso fu anche negligente: la negligenza dei bibliotecari nella scelta dei libri, e fu indubbiamente opulenta, essendo una biblioteca reale, e era votata alla dissipazione, alla perdita del suo ricco patrimonio.
sabato 3 gennaio 2015
eroi nonostante la patria. il software per riscrivere la storia
Nessuno cade mai per la patria. Gli eroi combattono per sé, per amor proprio (concetto chiaro a Leopardi che ne parla nello Zibaldone) mentre la maggioranza dei "non eroi" cade perché inciampa negli strascichi degli interessi di pochi. Degli interessi economici che suggellano una qualunque guerra di aggressione (o di difesa, a seconda del punto di riferimento) i molti non hanno nemmeno una lontana idea. Perciò, una qualsiasi frase del tipo: sono caduti seicentomila uomini per la patria andrebbe sempre automaticamente modicata: sono cadute secentomila persone per il capitale altrui, dal quale alla miserabile maggioranza arrivano le briciole, il necessario perché si nutra e rimpingui sempre e nuovamente la forza d'urto in caso di scontro, compresa la forza di opposizione ideologica al nemico, più probabile ai nostri tempi. Una modifica delle formule storiografiche che in epoca di potenti software per la traduzione non dovrebbe essere difficile da impostare di default: correzioni che verrebbero fatte dal computer o dal server non appena lo storico idiota scrive fesserie del genere.
Le guerre di religione o le guerre di liberazione sono solo in parte un'altra questione. Una guerra non si fa mai senza l'intervento del grosso capitale. Dal punto di vista del liberismo o del falso comunismo, o del capitalismo di stampo cristiano, o del fascismo, sono sempre comunque guerre di difesa del capitale (liberista, falso-comunista eccetera), anche e soprattutto quando ostentate e pompate in difesa dei valori: di difesa del maltolto, della refurtiva, di ciò che ci si è annessi con una precedente guerra di aggressione, o mediante una semplice annessione nel caso di enorme sproporzione di forze, come nel caso del Tibet, della recente questione ucraina ma anche di tutta la storia coloniale. Non esistono comunque guerre al di fuori di scontri di ideologie. Hanno tutte come scopo il sovvertimento o il matenimento dello status quo, o il ripristino, successivamente, dell'equilibrio necessario al vecchio status quo.
Le guerre di religione o le guerre di liberazione sono solo in parte un'altra questione. Una guerra non si fa mai senza l'intervento del grosso capitale. Dal punto di vista del liberismo o del falso comunismo, o del capitalismo di stampo cristiano, o del fascismo, sono sempre comunque guerre di difesa del capitale (liberista, falso-comunista eccetera), anche e soprattutto quando ostentate e pompate in difesa dei valori: di difesa del maltolto, della refurtiva, di ciò che ci si è annessi con una precedente guerra di aggressione, o mediante una semplice annessione nel caso di enorme sproporzione di forze, come nel caso del Tibet, della recente questione ucraina ma anche di tutta la storia coloniale. Non esistono comunque guerre al di fuori di scontri di ideologie. Hanno tutte come scopo il sovvertimento o il matenimento dello status quo, o il ripristino, successivamente, dell'equilibrio necessario al vecchio status quo.
generoso ma non troppo
La nozione di generosità è legata in antico a quella di nascita: si è generosi se si è nati in una famiglia patrizia, se si è "nati bene": ma di questi è veramente generosus soltanto chi sa compiere il gesto ampio, magnanimo, chi rivela, in ogni occasione, incapacità di calcolo. Non vi è riferimento immediato al denaro - è del resto non troppo difficile essere generosi quando si dispone dei mezzi, quando dal mucchio invisibile del conto in banca si spilla per il prossimo una misera goccia immediatamente sostituita dalle nuove entrate. Ma p u ò essere ugualmente facile quando se ne è sprovvisti: e allora è la virtus di ognuno che traluce dal gesto generoso, la forza propria: e non appaiono più le origini, le illusioni e le fantasticherie da rotocalco, il pensiero di dove uno sia nato, o di quanto effettivamente possiede. Sarà semplicemente generoso. Come quel vino che pretenderà Orazio tra Salerno e: Velia, dove andrà follemente a farsi i bagni di acqua fredda l'inverno, la nuova moda dei Romani:
... nam uina nihil moror illius orae;
rure meo possum quiduis perferre patique;
ad mare cum ueni, generosum et lene requiro,
quod curas abigat, quod cum spe diuite manet
in uenas animumque meum, quod uerba ministret,
quod me Lucanae iuuenem commendet amicae ...
(... sui vini di quel posto non mi soffermo:
quando sono da me in campagna sopporto e tollero tutto,
ma quando arrivo al mare, voglio un vino g e n e ro s o e aperto
che allontani i pensieri, che speranzoso mi scorra
dentro le vene, e nelle mente e che renda loquaci e
che mi faccia apparire un ganzo davanti a una bella lucana. Epis, I,15,16-21 - moror viene quasi sempre frainteso nelle traduzioni di questa "lettera" a Vala in cui chiede informazioni sui luoghi: non non me ne importa ma non mi soffermo. E' figura retorica, preterizione).
... nam uina nihil moror illius orae;
rure meo possum quiduis perferre patique;
ad mare cum ueni, generosum et lene requiro,
quod curas abigat, quod cum spe diuite manet
in uenas animumque meum, quod uerba ministret,
quod me Lucanae iuuenem commendet amicae ...
(... sui vini di quel posto non mi soffermo:
quando sono da me in campagna sopporto e tollero tutto,
ma quando arrivo al mare, voglio un vino g e n e ro s o e aperto
che allontani i pensieri, che speranzoso mi scorra
dentro le vene, e nelle mente e che renda loquaci e
che mi faccia apparire un ganzo davanti a una bella lucana. Epis, I,15,16-21 - moror viene quasi sempre frainteso nelle traduzioni di questa "lettera" a Vala in cui chiede informazioni sui luoghi: non non me ne importa ma non mi soffermo. E' figura retorica, preterizione).
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venerdì 2 gennaio 2015
Paolo VI dall'Occidente all'Oriente. Il fumo di Satana e la demonologia
![]() |
Illustrazioni in un codice arabo di al-Qazwini |
Diceva Paolo VI a conclusione del discorso tenuto a Nazaret il 5 gennaio 1964 - in effetti il primo pontefice a toccare quelle terre dopo san Pietro -, un breve discorso tutto dedicato ovviamente alla centralità del nucleo familiare (non a caso nella liturgia delle ore è una delle due letture per la festa della Santa Famiglia) diceva che "il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine".
Un finale che è quasi un capolavoro di diplomatismo: che dice tutto e niente - anche se non dovrebbe essere un mistero il senso che aveva per Paolo VI e cosa significa ancora oggi valore economico nelle democrazie liberiste.
Montini, a osservarlo in veste di pontefice, appare indubbiamente un sant'uomo:
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