sabato 28 settembre 2013

Pascal e la metafora sbagliata


"Qu'on s'imagine un nombre d'hommes dans les chaînes, et tous condamnés à la mort, dont les uns étant chaque jour égorgés à la vue des autres, ceux qui restent voient leur propre condition dans celle de leurs semblables, et, se regardant les uns les autres avec douleur et sans espérance, attendent leur tour. C'est l'image de la condition des hommes".

In questo pensiero di Pascal la metafora usata non è giusta. O meglio: è vera solo parzialmente. La descrizione della condizione di un’umanità che
a turno finisce in catene condannata a morte, un mondo in cui ognuno ha sotto gli occhi ogni giorno lo spettacolo di altri che vengono continuamente sgozzati e dove gli uni e gli altri si guarderanno terrorizzati fin quando per ciascuno non sarà arrivato il suo turno è sbagliata almeno in questo: nel voler attribuire a questa massa di futuri condannati non solo il sentimento del terrore ma anche una qualche coscienza della carneficina che hanno sotto gli occhi. Pascal cioè fa l'errore di ritenere che coloro che restano si accorgano di ciò che li aspetta. Se così fosse, se si accrogessero di qualcosa, l’uomo sarebbe libero da un pezzo. In secondo luogo, in ogni tempo è soltanto la parte naggioritaria dell'umanità a essere fin dall'inizio già nel (non in attesa del) tritacarne; l’altra parte, minoritaria, continuerà a "morire" tranquillamente nel proprio letto, per rinascere riposata il giorno dopo. 

Nessun commento:

Posta un commento