venerdì 6 febbraio 2015

Otello e Desdemona: la bestia in gabbia. Nota sul "latte versato"



Piangere sul latte versato. Il latte potrebbe essere quello di un qualsiasi dramma (teatro) il cui esito è sotto gli occhi di tutti fin dall'inizio. Ma "il latte versato" per eccellenza è quello di Otello piangente sul latteo corpo di Desdemona, che però non ha allattato, non ha avuto figli, non ne ha avuto il tempo. L'intero dramma, l'Otello, potrebbe essere preso come rappresentazione della politica di un qualsiasi regime "democratico" nel quale i sobillatori (il colore è quasi sempre il verde o il nero) riescono a manipolare talmente bene il povero idiota - Otello, i sudditi, gli elettori (i quali non a caso non hanno un colore specifico, sono camaleontici, prendono il colore del fondo di persuasione) - che il povero idiota finisce per ammazzare lo Stato (Desdemona). L'idiota, nell'Otello, è nero ma avrebbe potuto essere bianco, il tabula rasa - in Shakespeare è ancora "il non civilizzato", l'ingenuo. Soltanto l'ingenuità, il ciò che non è civilizzato, riesce a spiegare il successo di Jago (della parola, della retorica, della capacità di persuasione) del sobillatore (del verde degli invidiosi e del nero delle ideologie di morte che incarnano - al di là di ogni giudizio di valore e del disgusto che possono suscitare).

Il civilizzato poi, a differenza del civilizzante (Jago), ha le oscillazioni tipiche di un valore borsistico.

Così, un regime democratico è, a sua volta, per un gioco speculare, mera rappresentazione dell'Otello. E così come nell'Otello, anche per il regime democratico non si hanno figli: non può averne: non avrebbe senso dire che uno stato (un qualsiasi regime, non necessariamente democratico) genera un figlio uguale a se stesso, e non avrebbe senso dire che genera un figlio diverso da sé. Non c'è mai un momento in cui due sistemi coesistano nello stesso sistema, se non teologicamente, nel manicheismo, nell'idealistica opposizione del bene e del male. Gli attori che si fanno guerra sulla scena (Jago contro Emilia) tornano a essere amici nel camerino.

La gabbia in cui è racchiuso Jago (la bestia) nella scena iniziale del film di Orson Welles, è ugualmente una rappresentazione della rabbia che suscita il piangere sul latte versato.

1 commento:

  1. Il film di Orson Welles è molto bello. Hai ragione. Inizia con la gabbia che viene portata in processione, e sembra che dentro ci sia una bestia. Orson Welles fa vedere all'inizio quello che succederà alla fine. Non è il contrario di quello che succede nei film di oggi, che si vuole la suspense, che non si vuole sapere come va a finire? Anche se nel caso dell'Otello la storia è conociuta. Teresa

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