mercoledì 15 maggio 2013

Il talent scout


                                              Balzac 

Una volta un talent scout, uno che cercava nuovi autori per Einaudi, mi fa, mentre ci prendevamo un caffè insieme: “sono quattro anni che lavoro a un mio romanzo”.

Mi limitai a annuire. Sai che noia, volevo dirgli.

Si dice che Balzac in quindici anni scrisse novanta romanzi, una media di sei all’anno. Bisogna dire che era roso dai debiti. Ma il fatto non meno portentoso è che questi romanzi sono uno più bello dell’altro. E allora com’è? Non sarà che esiste qualcosa che una volta si chiamava, con cognizione di causa, talento? E cosa sarebbe in fin dei conti il talento? Il talento non è la semplicità con cui Balzac scrive una delle sette meraviglie del mondo letterario con la stessa facilità con cui oggi tu, talent scout, ti allacci una scarpa.

Si potrebbe dire, a chiunque si prenda troppo sul serio e impieghi per scrivere un romanzo più di dieci quindici giorni: lasciate ogni speranza voi che entrate e che ambite a qualcosa che vada oltre una momentanea citazione su internet ... E forse è meglio che usciate ancor prima di entrare. 

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