Bangor - photo by Velela
Un’estate di una decina d’anni fa mi trovavo in Galles con
un amico italiano a cui piacciono parecchio gli uomini. L’avevo portato a Bangor, a vedere
il piccolo Bishop’s Garden, “il
giardino del vescovo”, creato da un religioso anglicano con l'idea di farne una sorta di Eden: mettere in quel fazzoletto di terra fuori
della Cattedrale di Saint Deiniol tutte le piante nominate nella Bibbia. Quel giorno il giardino
era in uno stato pietoso: le piante s’erano seccate per il gran caldo, c’era
erba gialla dapertutto e le etichette coi nomi erano sparite. Insomma a tutto veniva da pensare meno che all'Eden. Mentre andiamo verso un pub vedo una coppia sulla trentina che viene nella nostra direzione, un uomo e una donna, che si tenevano teneramente allacciati. Lo sguardo mi va istintivamente all'espressione simpatica di lei, e siccome volevo
continuare a guardarla senza provocare il compagno, ho continuato a farlo con la coda dell'occhio, finché a forza di storcere lo sguardo non mi ritrovo a guardare il mio amico, che invece fissava con gli occhi completamente strabuzzati il maschio. Una volta superata la coppia gli dico: “Vabbè,
ti interessano gli uomini! non mi dire però che questa non ti piaceva …” “Ma sei fuori?”, fa lui. “E chi l’ha vista, lei?”
Dice Aldo Busi in uno dei suoi tanti libri - mi pare Il manuale del perfetto gentiluomo - che
non sta bene che un uomo interessato a un altro uomo si metta a fissarlo senza ritegno quando vede che è in dolce compagnia: in dolce compagnia di una donna, si capisce. Se ricordo bene, ciò che
suggerisce Busi è che se proprio non puoi farne a meno il modo migliore, il più
educato, è guardare prima di tutto lei e solo allora far
scivolare lo sguardo sull'uomo, e tenercelo comunque per pochissimo: comportamento che avrebbe un duplice obbiettivo: dare alla donna ciò che è dovuto e apprezzamento della giusta scelta
fatta dal maschio. Il quale se poi rientra nella categoria dei curiosi una chance puoi sempre averla.
Quando ero piccolo (avevo forse sei o sette anni), mio
nonno mi disse, dopo avermi visto spingere bruscamente di lato una ragazzina che voleva vedere certe mie figurine: “ricordati che con una donna devi essere sempre gentile, perché
se non è bella fai una cosa giusta per lei, se invece è bella fai una cosa
giusta per te”. E di questo mi colpì il fatto che non disse “brutta” ma appunto “non
bella”, applicando il suo detto in primo luogo a se stesso anche nel momento in
cui istruiva l’amato nipote.
Credo di avere in seguito tratto sempre dei grossi benefici da quelle
parole sacrosante. Tanto che a volte, ancora oggi, per essere eccessivamente
gentile, per mostrare che apprezzo la bellezza come la bruttezza, e a forza di storcere gli occhi per evitare grane con gli altri maschi, continuo a farlo anche quando una donna è sola, e rischio veramente che prima o poi l’asse visivo si scardini del tutto.
Ovviamente tutti i consigli in campo amoroso lasciano il tempo
che trovano. E tuttavia credo sia una cosa sensata avere sempre e comunque
delle regole quando si guarda inizialmente qualcuno perché si è arrapati:
perché il prossimo non è mai un semplice oggetto, nemmeno quando è
apparentemente lui stesso a voler essere trattato da oggetto.
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