martedì 23 settembre 2014

l'elefante e la morte

Una prova dell'evoluzionismo è nella nozione di persistenza. Che l'uomo discenda dall'elefante, o che sia stato in un lontano passato un elefante, è provato dal fatto che come l'elefante sentendo la morte appressarsi va a nascondersi, anche l'uomo quando sta per morire vieni rinchiuso in un hospice, con buona grazia delle multinazionali dei farmaci palliativi.

Persistenza cioè del pudore più che del dolore. Così per esempio Demostene, subito dopo aver preso il veleno:

ed abbassò la testa dopo essersela coperta

(συγκαλυψάμενος ἀπέκλινε τὴν κεφαλήν - Plut., Dem. xxix, 4).

Lo stesso nel caso di Cesare:

si tirò la veste sulla testa e si accasciò


ἐφειλκύσατο κατὰ τῆς κεφαλῆς τὸ ἱμάτιον καὶ παρῆκεν ἑαυτόν (Plut., Caes. lxi, 12).

In fondo non è altro che il sipario che viene finalmente tirato al termine di tutto perfino da quel bigotto di Ottaviano Augusto:

acta est fabula, plaudite! la commedia è finita, applaudite!







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