ἔνθα τοι οὐκέτ' ἔπειτα διηνεκέως ἀγορεύσω,
ὁπποτέρῃ δή τοι ὁδὸς ἔσσεται (M, 56-57)
così Circe a
Ulisse circa la strada che dovrà prendere una volta passato il luogo delle
sirene.
διηνεκέως – continuamente, senza soluzione di continuità: vedi l’italiano
dall’inizio alla fine
La
continuità (o persistenza) è d’altronde un mito e un’illusione della percezione, la ragione per
cui l’individuo, guardandosi allo specchio, continua a vedersi sempre uguale a
tutte le età. Ma senza la rottura di questo mito della continuità non sarebbe
possibile nessun romanzo: le psicologie dei personaggi resterebbero immobili
dall’inizio alla fine, poca cosa per una storia che si svolga nell’arco di
poche settimane ma insostenibile a lungo termine. Ancora, ovviamente, il panta rei di Eraclito.
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