sabato 13 aprile 2013

scorregge profumate (lettera a Ferrara - Il foglio)


                                                    Leonardo, due teste


Gentile direttore,
il titolo dell’articolo di Piero Sansonetti, De senectute, sembrava far ben sperare i tanti poveri milioni di ultra settantenni di questo paese:  che avessero finalmente trovato una certo spazio proprio all'interno del Foglio, giornale dove normalmente si respira una salutare aria di sguardo obliquo. C’era già tutto, in quel titolo di Sansonetti: il richiamo a Cicerone, all’antichità, la saggezza dei vecchi, il fatto che gli antichi erano proprio grandi e rispettosi dell'età  ... Ma invece di quel pianto sul "come erano belli i tempi passati", di cui l’articolo gronda, ci saremmo aspettati, dall’ex direttore dell’Unità, un riconoscimento di ciò che al contrario è sempre stato e sempre così sarà: perché se Cicerone scrisse quel trattatello (che sarebbe poi un dialogo) in cui tesse in Catone l’elogio della vecchiaia, la ragione era che il mondo ai suoi giorni andava esattamente come ai nostri giorni: giovane era bello mentre tutto ciò che era vecchio era considerato per ciò che era: vecchio, puzzolente e turpe. Cicerone, d’altra parte, a 42 anni era già console, e nel 44, quando morì Cesare (e quando scrisse il de senectute), ne aveva 62, cioè 63 (anno del suo consolato) meno uno, mentre Catone nel dialogo immaginario ne aveva 83, cioè 63 più venti, che è l’età dei virgulti in fiore (anche se poi non si capisce perché le scorregge di un ventenne risultino ugualmente tanticchia pestilenziali).

A Guenon sarebbero piaciuti questi simbolici richiami ai numeri, tanto più che un certo riferimento a dei fiori appena sbocciati gli avrebbe fatto tornare in mente i Rosa-Croce (simbolo, la croce, a cui indulgono maggiormente gli anziani, e utilizzato nell’occidente cristiano anche sui coperchi delle bare), e ci avrebbe forse spiegato, Guenon, che la croce, associata alla rosa, ha in realtà, in certe raffigurazioni medievali, il suo esatto equivalente in una lancia (simbolo più giovanile), ad esempio nell’abbazia di Fontevrault, in Francia. Guenon queste cose doveva saperle per forza se iniziò prestissimo a studiare e a scrivere e continuò a scrivere fino a tardi, restando però da anziano il maestro che era stato da giovane: passando tra l’altro, nella sua lunga erudita esistenza, dal Cristianesimo all’Islam, per ragioni sue proprie che, come lei sa, niente hanno a che fare con la religione. Il fatto è che a distinguere così le generazioni, e soprattutto a citare a vanvera gli antichi, come fa Sansonetti, senza averli veramente bazzicati, si rischia di sbatterci il grugno.


   
                                          he- gassen - pittura giapponese sec. XIX

E se c’era un insegnamento da trarre, da un Cicerone che ormai vecchio si affretta a scrivere un libro sulle bellezze della vecchiaia, è che la vita gli stava appunto crollando addosso, come sta crollando addosso, vista l’età, a Sansonetti, che in quel suo pianto funebre per i bei tempi andati sembra ignorare ciò che più veramente conta dei racconti della Storia: che i novatori e i rivoluzionari di ogni tempo, vivono il tempo di una mosca, che si chiamino grillini o panterini o sessantottini o occupy wall street, e che perfino FB e Twitter, il massimo deli orgasmi quotidiani, saranno già domani superatissimi, e i tuittisti di oggi saranno considerati gli stessi matusalemme di oggi. Insomma, nessuno avrebbe mai potuto dire che “gallina vecchia fa buon brodo” se qualcuno prima di lui non avesse detto: “che nessuno tocchi il pollo”.
Cordialmente
Valerio Larena 

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