martedì 23 aprile 2013

Traditore: colui che consegna l’amico (o chi gli ha creduto) al peggior nemico possibile


                                         Holbein - Ultima cena

È sempre difficile riconoscere un traditore prima che il tradimento si sia manifestato. La miglior cura, a differenza che nella medicina, è la prevenzione: e nei rapporti intersoggettivi la prevenzione è la precisa conoscenza di chi ti sta vicino. Non mi viene in mente miglior esempio, nell’antichità, di quanto riporta Arriano nell’Anabasi. Un giorno che Alessandro appariva gravemente malato e tutti i medici erano ormai convinti che fosse spacciato, soltanto uno di loro, Filippo di Acarnania, uomo al suo seguito, medico stimatissimo in tutto l’esercito, disse che sarebbe bastato un semplice purgante. Alessandro disse che l'avrebbe preso. E mentre Filippo, insieme a lui nella stessa tenda, glielo preparava giunse ad Alessandro una lettera di uno dei generali, che lo metteva in guardia proprio da quel Filippo medico, che secondo alcuni stava per avvelenarlo avendo preso soldi da Dario. Alessandro finì di leggere la lettera e quindi la passò a Filippo, mentre Filippo gli passava a sua volta il purgante. E prima che Filippo terminasse di leggere, Alessandro aveva già bevuto.


                                          Alessandro in sella a Bucefalo

Ovviamente si rimise in sesto. Qui sorge una prima e una seconda questione, che sono collegate. Quanti altri leader, nei panni di Alessandro, che aveva allora una ventina d’anni e era al culmine della sua gloria, avrebbero fatto la stessa cosa? E perché l’umanità ha conosciuto soltanto un Alessandro che venga detto semplicemente il Grande?

                                                    Ciro Ferri -Alessandro legge Omero

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