venerdì 16 gennaio 2015

i gay impiccati e il Dio della misericordia nei bracci della morte

Viste alcune foto di omosessuali (tutti ragazzi) impiccati in questi ultimi anni in Iran: appesi a quattro o cinque bracci arruginiti di gru da cantiere in un vasto spazio aperto, nel cantiere della costruzione dell'homo religiosus. Sono l'imagine della non compassione umana: non ha importanza che sia di stampo islamico o cristiano (questo pseudo "Islam" è l'immagine esatta di quello che era il Cristinesimo nel medioevo, così come di una stella non si vede che la luce emessa nel passato. Contraddicono, questi orrori (sono esattamente l'opposto), ciò che chi materialmente li ordina e chi li mette in atto non fa che
recitare a ore prestabilite del giorno: che Dio è il compassionevole, il misericordioso, secondo l'annuncio della prima sura del Corano, il quale prevede ovviamente il ricorso all'omicidio, pur condannandolo: è l'occhio per occhio. Fatto anche più inspiegabile visto che l'Islam (quello più vero, o più prossimo alla fonte, e che è ambiguamente latitante su queste immagini della vigliaccheria umana), nascerebbe già come religione della tolleranza rispetto alle altre due fedi più geograficamente prossime (l'unica a riconoscere i profeti del Vecchio Testamento e soprattutto Gesù, l'ultimo dei profeti prima di Muhammad). Sarebbe un'impresa titanica per chiunque imputare a Muhammad, a Maometto, anche la soppressione di una singola mosca - tutta la questione della tradizione coranica (come del Cristianesimo) è evidentemente un fatto filologico: eliminare tutto ciò che non può essere attribuito al Profeta e che è stato introdotto successivamente allo scopo di dare risposte e chiarimenti a insegnamenti (quelli di Maometto e di Cristo) dati necessariamente nella più difficile forma dell'aforisma, l'unica capace di suscitare la riflessione in vista dell'autoconoscenza (conosci te stesso).

La stessa contraddizione tra misericordia e non misericordia nel Vecchio Testamento: il non uccidere si inchina alla legge del taglione: gloria a Dio e ai suoi comandamenti, ma, quando è il caso, gloria alla legge del taglione. Fatto che rafforza da sempre il conveniente relativismo giudaico e poi cristiano. Si sa d'altronde che il vero testo sacro impugnato da giurie e giudici, e a cui finiscono per sottomettersi i boia (medici), nei bracci della morte delle prigioni americane non è il codice penale ma l'Antico Testamento. Il tutto condito dalla benedizione finale del prete del Nuovo Testamento, che viene ad aspergere la carne da macello un attimo prima che la bestia venga scannata.

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