lunedì 26 gennaio 2015

il male e il bene della dislessia

L'essere da sempre dislessico in fondo mi ha dato un male e un bene: l'aver dovuto
faticare più degli altri nella lettura: il dover leggere una frase anche banale cinque o sei volte, pure in una pubblicità, prima di associarle un significato: e l'avere come conseguenza sviluppato un'attenzione filologica alla singola parola, secondo la definizione di lettura filologica che dava Nietzsche, di un corteggiamento della parola.

Ma ci sono differenze. Non in tutte le lingue che maneggio le cose vanno allo stesso modo. Nella lettura e nell'ascolto dell'italiano, che pure è la mia prima lingua, sono dislessico in misura maggiore per esempio che in inglese, mentre in francese e in tedesco lo sono più che in inglese ma meno che in italiano. Nella lettura di testi arabi meno dislessico che per l'ebraico eccetera. In latino sono dislessico più che in ogni altra lingua: leggere in latino è sempre stata una tortura: associare un significato a una frase, ho bisogno di leggerla tantissime volte, non è più questione come alle elemtari di non riconoscere le lettere, o questione di conoscenza del lessico o della sintassi: è semplicemente come se la mente si rifiutasse di associare le immagini alla frase, come se la frase non avesse nessun correlato. Al contrario, in greco ho bisogno di leggere una frase due volte al massimo. E comunque la prima volta è sempre tabula rasa. E' sempre tabula rasa per tutte lingue.

X., che non sa della mia dislessia, mentre lavoravamo insieme un giorno ai problemi posti dalla traduzione integrale in inglese dello Zibaldone, vedendo che restavo per parecchio su una semplice frase latina, a un certo punto sbottò: ma insomma, che problemi hai? certe volte mi traduci frasi dal greco più complesso come una macchinetta, e una frase così semplice in latino, che la capisco pure io ...

La mia dislessia si può vedere nel mio sguardo stanco, assente, quando ascolto o quando leggo

La mia dislessia è ragione d'altro canto per cui avendo sviluppato una lettura e un ascolto filologici mi accorgo più di altri di errori di coerenza, la ragione per cui scopro errori di ragionamento in tutto quello che leggo ... Ed è anche la ragione per cui quando scrivo sono paurosamento ellittico, al limite dell'eliminazione inconsapevole di una struttura portante, tanto che ho bisogno di ritornarci tante volte, riempire a poco a poco l'ellissi, fornirla di un busto che la sorregga, oltre un numero elevato di insopportabili parentetiche e incisi ...


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